CRISI IDRICA: LETTERA APERTA DI ANGELO BIONDI AL SINDACO BALSAMO.

Egr. Sindaco,
la crisi idrica che sta vivendo la Sicilia, è diventata di proporzioni drammatiche. La speranza di copiose piogge nel mese di maggio è risultata, purtroppo, una chimera. Il sistema acquedottistico siciliano, basato sui grandi invasi è in fortissima sofferenza. Le riserve di acqua potabile sono ridotte al lumicino. In un tale scenario, che lascia presagire una lunga estate all’insegna di una gravissima emergenza idrica, chi ha la responsabilità di amministrare una città è chiamato ad adoperarsi con celerità e decisione per mitigare, quanto più possibile, i fortissimi disagi che, inevitabilmente, subiranno cittadini ed imprese. Ora – fermo restando che siamo perfettamente consapevoli che le responsabilità di cotanta situazione sono attribuibili al perdurare, nella nostra isola, di una lunga (ben 4 anni) stagione siccitosa e all’errato convincimento di Siciliacque e dei passati governi regionali di puntare per l’approvvigionamento idrico dei siciliani, esclusivamente, su pioggia e dighe, impedendo ogni possibile progetto di nuovi dissalatori (vedi quello di Licata pronto ad essere realizzato nel 2006) e dismettendo, anche, i pochi già in funzione – occorre, oltre a tutte le iniziative emergenziali di provenienza Regionale e Prefettizia, che anche a livello di amministrazione comunale ci si attivi per mettere in campo ogni possibile azione utile (quanto meno) ad alleviare in parte una situazione destinata a diventare sempre più drammatica. Già qualche mese fa (con nota stampa del 14/03/2024) avevo lanciato un primo allarme in proposito, quando Licata era stata inserita tra i 150 comuni siciliani che avrebbero subito una forte riduzione della fornitura giornaliera di acqua potabile. In quell’occasione invitavo l’amministrazione comunale ad attenzionare, da subito, il serissimo problema, auspicando di non farsi trovare impreparata e suggerendo alcune azioni da porre in essere nell’immediato, tra cui la necessita di capire i criteri con i quali verranno distribuite le risorse idriche in atto disponibili e, cosa ancora più importante, quale sarà il quantitativo giornaliero di acqua destinato a Licata; informazione indispensabile per predisporre una puntuale azione d’informazione del cittadino sui tempi dei nuovi turni di distribuzione in modo che ogni utente possa regolarsi di conseguenza. Si invitava, inoltre, ad elaborare un piano comunale di protezione civile utile a gestire eventuali momenti di particolare emergenza. A tal riguardo, memore di una situazione similare vissuta durante la mia sindacatura, mi permetto di indicare qualche spunto operativo. In quell’occasione per prima cosa ci premurammo di costituire un tavolo comunale permanente per la gestione della crisi, in secondo luogo venne organizzato un servizio di piccole forniture d’acqua (max 500 litri) per persone anziane, spesso sole e con scarse risorse economiche, il tutto grazie alla fattiva collaborazione dei volontari di protezione civile ed attrezzando alcuni mezzi comunali con taniche da 1000 litri e piccole pompe di sollevamento (qualche dipendente comunale ancora in servizio è stato all’epoca particolarmente attivo). Inoltre, grazie anche al fatto che alcuni mesi prima si era provveduto a rendere utilizzabile l’acqua del pozzo della Grangela (capace di produrne 5 litri al secondo) realizzando un impianto di sollevamento con relativa condotta fino alla villa Elena e da questa ai grandi serbatoi dello stadio Dino Liotta, provvedemmo ad installare un apposito idrante, nello spazio esterno antistante gli spogliatoi, destinando quell’acqua (non idonea ad usi civili) per l’approvvigionamento delle autocisterne dei Vigili del Fuoco e consentendone l’utilizzo tramite prelievo autonomo per le attività artigianali ed industriali. Ora, non so se tutto il sistema idrico collegato alla Grangela è ancora perfettamente funzionante, ma in ogni caso credo che non dovrebbe essere particolarmente difficile ripristinare il tutto. Sarebbe sicuramente una gran cosa evitare che per spegnere gli incendi (purtroppo molto frequenti nel nostro territorio specialmente nella stagione calda) che si utilizzasse acqua ad uso potabile. Volendo si potrebbe, grazie alle risorse stanziate da Stato e Regione per fronteggiare questa crisi idrica, ottenere un modulo mobile di potabilizzazione in moda da potere utilizzare detta risorsa anche a scopo idropotabile. Un’altra opportunità da prendere in serissima considerazione, sempre richiedendo i fondi stanziati per detta emergenza, è la realizzazione di un moderno impianto terziario per il trattamento delle acque reflue urbane per essere destinate a usi irrigui. Ricordo a me stesso che al depuratore di Licata arrivano circa 80 litri di reflui al secondo, una risorsa idrica enorme che adeguatamente affinata darebbe una gran bella boccata di ossigeno al nostro comparto agricolo. Tra l’altro oggi, grazie alla recente legge regionale n. 4 del 22/03/2022, superare le pastoie burocratiche per ottenere permessi ed autorizzazioni dovrebbe essere estremamente semplice rispetto alle enormi difficoltà che, nel lontano 2004, ha dovuto affrontare in qualità di sindaco il sottoscritto per riuscire a realizzare l’impianto sperimentale per il trattamento e l’affinazione dei reflui urbani, all’epoca il primo in Sicilia, grazie al quale per un bel po’ di anni abbiamo garantito a diversi consorzi di agricoltori licatesi, a costo 0, acqua per irrigare le loro campagne. Un impianto che poco dopo la conclusione della mia sindacatura ha praticamente cessato di funzionare e che, successivamente nessuno a più rimesso in funzione.
Salutandola, preciso che la presente, lungi da ogni fine polemico, vuole essere solo ed esclusivamente un contributo, possibilmente utile, a meglio affrontare i giorni difficili che ci attendono in questa lunga estate di penuria idrica.

Angelo Biondi – Ex Sindaco