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20151023_103301Inutile girarci attorno senza usare il termine preciso: default. L’esposizione debitoria del comune di Licata, quasi 20 milioni, è da dissesto finanziario. Non può che essere apprezzato il coraggio (un po’ meno il suo ottimismo) con cui il sindaco Cambiano nella conferenza stampa di ieri ha reso nota la disastrosa situazione finanziaria dell’Ente, e cioè il risultato – prima o poi i nodi dovevano pur venire al pettine – di anni di esercizi di bilancio costruiti su entrate presunte e uscite reali.

Inevitabilmente il piano di rientro, affidato a trenta esercizi finanziari, comporta decisioni dolorose e impopolari. Licata è allo stremo delle proprie energie in tutti settori: e ne sono rimasti pochi ormai di settori produttivi in attività, tutti divorati dalla crisi e dalle tasse. Quello dell’agricoltura – già provato da anni di scarsa competitività e di congiunture sfavorevoli – deve pure fare i conti con il disastro causato dalla recente tromba d’aria che ha ridotto sul lastrico imprese e famiglie. Piove sul bagnato dunque.

Più del cinquanta per cento delle uscite comunali grava sul servizio della nettezza urbana. Troppo costosa, e per di più fallimentare sul piano dei risultati, è la quota versata dal nostro Comune alla Dedalo, società peraltro da tempo in liquidazione. A questo, che impone al più presto il ritorno a una gestione in proprio, va aggiunto il pagamento negli scorsi anni del lodo Saiseb, che ha privato il comune di Licata di risorse finanziarie importantissime costringendolo a pagare adesso errori politici commessi addirittura tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. La cattiva amministrazione ha una storia lunga a Licata. E la storia alla fine ti presenta sempre il conto, ti chiede il risarcimento.

Il sindaco Cambiano non ha un compito facile. È il primo a esserne cosciente, nonostante l’ottimismo manifestato. Ha fatto bene a rendere chiara la grave situazione finanziaria dell’Ente. Ma ora per lui viene il difficile. Perché bisogna capire con quali misure intende provvedere al risanamento graduale, nel rispetto delle scadenze stabilite in sede di bilancio, e soprattutto con quali investimenti rilanciare una città fortemente impoverita.

Gaetano Cellura