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Una settimana dopo la morte di Gigi Meroni, investito in corso Re Umberto a Torino, si gioca il derby della Mole. E Nestor Combin, amico e compagno di squadra di Meroni, segna tre dei quattro goal che il Torino rifila alla Juventus (campionato 1966-67). È il modo più bello per rendere onore al compagno morto da poco, che di derby ne aveva giocati sette senza vincerne nessuno.

Combin, che aveva giocato nella Juventus e nel Varese, viene acquistato poi dal Milan, e con i rossoneri vince la Coppa Intercontinentale. Il Milan aveva vinto 3-0 la partita d’andata a San Siro. Un risultato rassicurante per affrontare a Buenos Aires il ritorno con l’Estudiantes.

Ma quella partita del 22 ottobre del 1969, ricordata da Michele Mari nel suo libro Leggenda privata, fu una mattanza. Finì 2-1 per l’Estudiantes, ma il risultato è la cosa che conta di meno. Contano le violenze per le quali passò alla storia.

Combin, detto La Foudre, il fulmine, per la potenza dei suoi tiri, era un argentino naturalizzato francese (nella nazionale transalpina debutta nel 1966). E con lui, in particolare, tutto lo stadio di Buenos Aires ce l’aveva. Contro di lui i giocatori dell’Estudiantes si accanirono. Il centravanti del Milan uscì dal campo con il naso e uno zigomo fratturati. Fu medicato alla bell’e meglio e poi arrestato con l’accusa di aver disertato il servizio militare argentino.

Il giorno dopo i compagni di squadra, tutto il Milan, si rifiutarono di partire senza di lui. Ci furono convulse trattative diplomatiche al cui termine Nestor Combin La Foudre raggiunse i compagni all’aeroporto. Il suo volto tumefatto che bacia la Coppa Intercontinentale, la scena del suo felice ritorno a all’aeroporto di Linate accompagnano ancora il ricordo di molti tifosi.

Gaetano Cellura