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“La situazione di degrado e abbandono in cui versa buona parte della periferia di Licata è sotto gli occhi di tutti. Una giungla invade strade e marciapiedi. L’erba alta, in alcuni casi a livelli preoccupanti ha coperto l’attraversamento pedonale. Urge intervento di scerbatura, bonifica e manutenzione”.

E’ quanto evidenzia l’onorevole di “Prima l’Italia” e vice presidente commissione sanità all’Ars Carmelo Pullara.

“Con l’approssimarsi della stagione estiva-scrive Pullara-preoccupa, e non poco, la situazione di estremo degrado che si registra in alcuni quartieri della periferia di Licata. Vedi Villaggio agricolo dove ormai la vegetazione ha assunto la proporzione di una vera e propria giungla. Erba incolta mista a rifiuti che si impossessa dei marciapiedi.
Spostandosi di zona la situazione non cambia. Poco lontano dal villaggio agricolo in via Palma nei pressi della scuola Serrovira e nei pressi dell’oratorio di Santa Barbara il passaggio per i pedoni è ormai invaso dalle piante. In mezzo i passanti che fanno fatica a camminare evitando la giungla. Ora le sterpaglie che crescono a dismisura sono un rischio anche per gli incendi. In questo modo è chiaro che aumenta anche il rischio della proliferazione di topi e insetti pertanto si richiede urgentemente l’intervento degli addetti preposti al servizio. Quello che si vede è il risultato di anni di inerzia.
La scerbatura e la manutenzione – sottolinea Pullara -sarebbero operazioni di routine mentre, vista la situazione, appare sempre di più un intervento «eccezionale». E’ chiara ed evidente la mancanza di programmazione di interventi che non rispettano un calendario predefinito.
Ebbene mi rivolgo a Galanti, oggi sindaco di Licata e in particolare al vice sindaco Antonio Montana che ha la delega al verde pubblico che tutto ciò è inaccettabile e non è possibile lasciare le vie della città in totale abbandono. Che si intervenga urgentemente con la bonifica e manutenzione del verde pubblico prima che si rischi di creare una emergenza sanitaria.
Le città si amministrano – conclude Pullara – con le azioni del buon padre di famiglia come se fosse casa propria e non come un mondezzaio”.