Questa mattina si svolgerà a Licata un consiglio comunale, al quale prenderanno parte anche consiglieri palmesi, sulla chiusura del punto nascite all’ospedale San Giacomo d’Altopasso.
Sulla questione ha preso una dura presa di posizione il movimento Giovani di Via Cangiamila che in un comunicato parla della chiusura come di macelleria sociale.
“Da circa tre anni – si legge – pende una spada di Damocle sul reparto di maternità del nosocomio della città di Licata e di circa una trentina di altri punti nascita, grazie ad una riforma scellerata e nefasta scaturita da un folle deliberato della Conferenza Stato Regioni. Anche questa volta i governanti regionali anziché avvalersi dello Statuto Siciliano e della nostra Autonomia, per rispedire il tutto al mittente si sono chinati supini al volere di poteri forti svendendo il popolo siciliano”.
“Il reparto di Licata – continua il comunicato – serve un bacino di decine di migliaia di cittadini, da anni non si registrano episodi luttuosi, il numero delle nascita è di pochissimo inferiore al limite di 500 parti/anno, quindi per un gretto e freddo calcolo numerico, per la violazione di una soglia che qualche illustre solone si è inventata, dovremmo chiudere il reparto anziché potenziarlo, follia”.
Quindi gli aderenti al movimento commentano una delle argomentazioni addotte per giustificare la chiusura: “Fanno ridere i paragoni con altre regioni del nord Italia, alcune troppo piccole per essere paragonate alla Sicilia, altre completamente diverse per conformazione del territorio e tutte sicuramente fornite di una rete infrastrutturale di gran lunga migliore e più efficiente di quella sicula. Il pensiero latente nella nostra mente è quello che la riforma miri solamente ad agevolare la sanità privata, chi può partorirà nella bambagia, gli altri pronti a lunghi pellegrinaggi”.
Infine, rivolgendosi al sindaco Pasquale Amato: “Chiediamo al Sindaco di interessare della vicenda il Presidente Crocetta, visto che vanta un rapporto personale e privilegiato. Insieme al Presidente Crocetta vorremmo vedere presenti e risolutivi anche i deputati regionali di ogni schieramento, visto che ad oggi li ricordiamo solamente presenti nel comprensorio di Palma e Licata per le passerelle elettorali. Il popolo non può, non deve e non rimarrà inerme di fronte a tale inaudita violenza”.