DSC09266Il 25 novembre 2013 verso le 03,30, al 112 della centrale operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Agrigento, perveniva una telefonata che avvertiva i militari di un incendio in atto presso un bar del centro di Canicattì. Avvertiti i colleghi del posto, immediatamente i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia si sono portati sul luogo dell’incendio, a seguito del quale il “Bar Tiffany”, sito in corso Umberto, subiva ingenti danni sia nella parte esterna che al suo interno, tanto da impegnare per diverso tempo una squadra dei Vigili del Fuoco per lo spegnimento. Da subito i militari hanno iniziato una serie di accertamenti e controlli, ponendo in essere una complessa attività investigativa, coordinata dal P.M. Dr. Matteo Delpini, al termine della quale, hanno sottoposto a fermo di indiziato di reato Gian Piero Lo Giudice, 38enne residente  a Canicattì, pregiudicato, poiché ritenuto l’esecutore materiale dell’episodio criminoso. Sin dai primi momenti i Carabinieri, sulla scorta degli accertamenti tecnici attuati, hanno indirizzato i loro sospetti su quello che poche ore dopo è stato identificato quale autore del crimine. I Carabinieri del LO GIUDICE GIAN PIERONucleo Operativo della Compagnia di Canicattì, infatti, hanno visionati i sistemi di videosorveglianza di numerosi negozi ubicati nella zona nonché quello esistente, evidentemente all’insaputa del fermato, nell’esercizio pubblico preso di mira. Nel corso delle verifiche gli investigatori hanno anche appurato che prima di appiccare l’incendio, l’uomo si era appropriato di 300 euro dalla cassa del bar e dopo aver forzato due slot machine aveva trafugato ulteriori 500 euro. Pertanto le ipotesi di reato avanzate nei confronti del Lo Giudice sono quelle di incendio doloso e furto aggravato. L’Autorità Giudiziaria, ritenendo validi gli indizi di colpevolezza raccolti dai militari operanti a carico del suddetto, ha quindi convalidato il fermo operato dagli investigatori, disponendo la permanenza dell’autore dell’incendio presso la Casa Circondariale di contrada “Petrusa”, dove era stato associato nei giorni scorsi.