“L’abusivismo esisto solo a Licata o la legge si applica solo a Licata?” E’ questo l’interrogativo che il sindaco Angelo Cambiano, si è posto stamani dopo avere inutilmente atteso una risposta dalla Regione siciliana ad una sua richiesta di intervento urgente, fatta il 2 settembre scorso, con una nota ufficiale indirizzata al Presidente della Regione Rosario Crocetta, e al Presidente dell’Assemblea Regionale, Giovanni Ardizzone. Con tale richiesta, il primo cittadino, dopo avere fatta una puntuale cronistoria che ha portato all’intervento diretto del Comune per l’abbattimento di 17 immobili acquisti al patrimonio dell’ente e per i quali, con sentenza divenuta irrevocabile, ne è stata disposta la demolizione, aveva sollecitato urgente con i massimi esponenti della Regione Siciliana, per meglio affrontare la problematica esposta.
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“Attendo ancora risposta, non solo dai due massimi rappresentanti della Regione, ma dall’intera classe politica regionale alla quale avevo rappresentato la necessità di istituire un coordinamento, quanto meno regionale, affidato ad organi e strutture operative sovra comunali – afferma il Sindaco – ma, alla luce dei fatti registrati a seguito della mia richiesta, come ha fatto da 30 anni a questa parte, la classe politica si è solo preoccupata di scansare il problema senza preoccuparsi di trovare le giuste soluzioni”.
Con la sua lettera indirizzata al Presidente della Regione ed al Presidente dell’Ars, oltre ad avere ricordato anche la richiesta di intervento del Genio Militare, ed avere sottolineato che il problema dell’abbattimento degli immobili insanabili non può essere affrontato a livello locale da un sindaco e da un dirigente, anche per le note difficoltà economiche in cui versano i Comuni siciliani, ha espresso il proprio pensiero secondo il quale è necessario che le attività di demolizione conseguenti agli adempimenti sanzionatori dell’abusivismo edilizio, siano intraprese mediante il coordinamento regionale, di cui alle dichiarazioni sopra riportate, anche al fine di evitare di creare condizioni che espongono i soggetti che operano presso gli stessi comuni interessati.
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