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IMG-20150921-WA0001A poche ore dal voto del Consiglio comunale sulla proposta di delibera per tornare alla gestione diretta del servizio idrico integrato, ecco la nota del primo cittadino Angelo Cambiano.

“Domani, martedì 20 Ottobre, il Consiglio Comunale si esprimerà circa il ritorno alla gestione diretta dell’acqua pubblica. Secondo quanto proposto, i Comuni di Licata, Palma di Montechiaro, Naro, Grotte, Racalmuto, Canicattì e Campobello di Licata, tutti soci del Consorzio Tre Sorgenti, potranno essere riconosciuti come SUB-ATO, organo che permetterebbe la gestione pubblica e diretta del servizio idrico. La scelta di questa Amministrazione è frutto degli incontri durante i quali si è discusso, insieme ai Sindaci dell’Agrigentino, ai Segretari Comunali e ai Dirigenti Tecnici, dell’iter procedurale della nuova norma regionale. Con direttiva n° 105 del 5/10/2015 è stato dato avvio, attraverso gli uffici competenti, al percorso indicato dalla legge regionale n° 19 del 11/08/2015. La Legge Regionale dell’11 Agosto 2015, N. 19, che disciplina le risorse idriche, oggi offre uno strumento agli amministratori che vorranno rendere finalmente il servizio più efficiente per i cittadini e la possibilità per i Comuni di svincolarsi dalle gestioni private. E’ frutto di una lotta che ha impegnato negli ultimi due anni Sindaci, partiti politici, Comitati sorti spontaneamente e liberi cittadini. La posizione di chi governa oggi la Città coincide con le rimostranze portate avanti fin dalla scorsa amministrazione, quando, da Vice Sindaco, in rappresentanza dell’allora amministrazione Balsamo, ho partecipato insieme ai Sindaci dell’Agrigentino al sit-in di protesta che si è tenuto a Palermo, di fronte alla sede della Presidenza della Regione, per protestare contro la gestione privata delle acque e la disparità di trattamento nella determinazione delle tariffe, tra i 27 comuni, tra cui Licata, che, nel 2008, nel rispetto della Legge, hanno regolarmente consegnato gli impianti idrici all’Ato, costretti a pagare tariffe ben più salate, e quelli invece che non l’hanno fatto e che hanno avuto applicate tariffe forfettarie e più leggere. Quando si parla di servizio idrico, è doveroso ricordare che nel 2011 ben il 98 per cento dei siciliani ha detto sì all’acqua pubblica. Il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico integrato dovrà, non solo eliminare l’aggravio dei costi generato da una gestione privata e fallimentare, contraria ai principi di economicità che avevano ispirato la costituzione degli Ato idrici ma soprattutto, determinare un livellamento delle tariffe a carico dei cittadini, uguali per tutti, in modo da porre fine a quelle che è stata, negli ultimi anni, una anomalia agrigentina e siciliana”.