La loro avventura è incominciata l’anno scorso. L’avventura di quattro amici al bar che s’incontrano, discutono e decidono che il Dino Liotta non deve esistere soltanto come mausoleo di vecchi ricordi, grandi vittorie e di una Serie B mai dimenticata e sempre rimpianta. Una delle pagine più belle, se non la più bella, della storia di Licata. Della storia non solo sportiva, si capisce.
Erano gli anni Ottanta, la città saliva agli onori della cronaca nazionale e i colori gialloblu ne tenevano alto il nome. Dalla Sicilia alla Lombardia. E così, per onorare anche questa nobile storia, Bruno e i suoi “quattro amici” (come lui stesso ama ripetere) hanno deciso che il calcio a Licata non poteva scomparire nonostante i ripetuti fallimenti societari. Doveva continuare. Senza i fasti di tempo e pur nella modestia di una categoria inferiore.
Il resto è noto. Hanno rilevato il titolo di un’altra squadra: l’Empedoclina. Hanno puntato sui giovani. Hanno mantenuto la categoria. Soprattutto hanno dimostrato, passo dopo passo, che si può e si deve “fare calcio” con una sana gestione.
(g.c.)