La Gran Bretagna, che non ha aderito all’euro, conservando la propria moneta, con il referendum di ieri dice “no” anche all’unione politica. Sceglie la Brexit, l’uscita.
E tra le possibili conseguenze potrebbe esserci l’effetto domino. Altri paesi potrebbero seguirne l’esempio e mandare in frantumi pure l’unione monetaria che nessuno ama davvero. Un ritorno agli Stati-nazione inadeguati a competere nell’era della globalizzazione economica.
L’Europa unita era già fallita prima del referendum vinto dagli euroscettici in Gran Bretagna. È fallita perché non poteva reggere un’Unione fondata solo sulla moneta e sul rigore economico che ha affamato popoli e Stati deboli, cancellato diritti, creato disoccupazione e ampliato a dismisura le disuguaglianze sociali. È fallita sul piano dell’integrazione e su quello dell’immigrazione. I campi profughi di Idomeni, di Calais e di Ventimiglia, le tende nel fango, l’inferno terreno senza speranza di “riveder le stelle”, l’assenza di un coordinamento comune e di un servizio d’intelligence europeo per far fronte al terrorismo sono le vere fotografie, la vera realtà d’un continente diviso su tutto, in preda ai populismi vari, dominato dalla finanza e privo di statisti dallo sguardo lungo.
(g.c.)