Il presidente Obama ha detto: “Prenderemo i colpevoli”. Avrebbe fatto meglio a dire: “Renderemo più efficienti i servizi d’intelligence affinché questi fatti di sangue non si ripetano”. Prendere i colpevoli non restituisce la vita a chi l’ha persa (tra le vittime un bambino di otto anni) né gli arti a chi se li è visti amputare dalle bombe. Ancora un attentato terroristico. Ancora è l’America a essere colpita. Quando furono abbattute le Torri Gemelle non pochi americani si chiesero: “Perché ci odiano tanto”? Per il modo in cui va il mondo, per il modo in cui è continuato ad andare dopo quel terribile attentato, la domanda di allora non ha avuto risposta. E ne sono passati di anni. Ci sono stati, come ritorsione, l’Afganistan e la guerra in Iraq, alcuni leader di Stati canaglia eliminati, Al Qaeda stanata e ridimensionata nella sua potenza e pericolosità. Ma quello che andava fatto sul piano della prevenzione e della sicurezza dell’America e del mondo occidentale non è stato fatto a sufficienza. Il servizio di intelligence, di nuovo potenziato dopo l’attentato alle Torri e più importante in questi casi di guerre e ritorsioni, deve aver subito un nuovo rilassamento, un nuovo abbassamento della guardia di fronte alla minaccia del terrorismo, mai debellata del tutto. Con la conseguenza che una festa sportiva, la maratona di Boston, la più antica del mondo, è finita nel sangue proprio sulla linea del traguardo, dove più numerosa era la folla entusiasta e plaudente. Il vecchio efficace Ordine su cui si reggeva il mondo negli anni della guerra fredda, al tempo del nemico sovietico e della minaccia nucleare, ha bisogno di essere riproposto. Non in termini di contrapposizione Est-Ovest, ovviamente. Ma in termini di attenzione e di prevenzione. Di rafforzamento del lavoro dei servizi segreti. Perché non finirà di esistere il nemico finché disuguaglianze sociali e morali, nichilismi e fondamentalismi d’ogni genere riverseranno sulla gente innocente tutto il loro odio stragista.
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