Pubblicità

I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di vertici ed affiliati delle famiglie mafiose di “Cosa Nostra” di Licata e Campobello di Licata. L’operazione, eseguita su input della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo con il nome in codice Assedio, fa seguito all’indagine che, il 19 giugno scorso, aveva già fatto scattare 7 fermi di indiziato di delitto per associazione mafiosa armata. I Carabinieri hanno così inferto un nuovo duro colpo alle famiglie mafiose di Licata e Campobello di Licata. Sottoposto nuovamente agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa un consigliere comunale in carica di Licata (Giuseppe Scozzari), che si era dimesso proprio a seguito del primo arresto. Su di lui, i Pubblici Ministeri hanno fornito al GIP di Palermo ulteriori elementi che hanno ulteriormente rafforzato il quadro probatorio. Durante i pedinamenti, i carabinieri avevano filmato summit ed incontri segreti fra gli elementi di vertice e gli affiliati della consorteria mafiosa. Era stata accertata persino un’estorsione per lavori edili realizzati in Germania. Documentati anche gli interessi del sodalizio nel settore delle slot machines, attraverso una compiacente società di distribuzione di apparati elettronici da gioco.

Il Gip ha disposto il ritorno in carcere Raimondo Semprevivo, 46 anni di Licata (era ai domiciliari) e la conferma dell’arresto in carcere di Angelo Occhipinti, 64 anni di Licata, inteso “piscimoddru”, considerato il capo della famiglia mafiosa di Licata; Vincenzo Bellavia, 34 anni di Licata considerato membro della locale famiglia; Giuseppe Puleri, 40 anni di Campobello di Licata, considerato autorevole esponente del clan di Campobello di Licata; Angelo Graci, 32 anni di Licata, ritenuto dagli inquirenti uno dei più stretti collaboratori di Angelo Occhipinti; Giuseppe Salvatore Spiteri, 46 anni di Licata, considerato membro del clan di Occhipinti.