“Mio malgrado mi trovo costretto a far ricorso alla giustizia al fine di tutelare la mia reputazione di persona, da sempre, attenta e presente nelle dinamiche sociali e politiche della comunità i cui vivo ed opero. Presenza ed attenzione che mi portano, spesso, ad intervenire pubblicamente, tramite gli organi d’informazione locale o sui social media, per esprimere il mio punto di vista, a volte divergente o critico, rispetto a quello di chi amministra la cosa pubblica. Giorni fa, compromettendo per tal via la mia credibilità in merito, il nostro attuale primo cittadino ha divulgato in presenza di più persone specifici fatti, che ritengo diffamatori, aggravati dalla successiva circostanza dell’ampia pubblicità, derivante dalla circolazione su Whatsapp, del video di detta conversazione, diventato in breve tempo virale. Nello specifico, con tono – a mio avviso – derisorio e al verosimile fine (non trovando lo scrivente altra spiegazione, ma non potendola neppure escludere) di lasciare intendere alle due interlocutrici (impiegate comunali con compiti di supporto ai lavori del Civico Consesso), che i miei interventi a mezzo stampa volti ad invocare il più ampio coinvolgimento delle forze politiche e sociali per concertare insieme il regolamento sul contrasto all’evasione dei tributi locali, altro non erano che tentativi di proteggere meri interessi personali.

In tale quadro il sindaco, durante una pausa della seduta del consiglio comunale del 9 agosto 2023, interloquendo con le due funzionarie comunali e facendo espresso riferimento all’elenco in suo possesso dei presunti evasori della tari, pronunciava parole in siciliano che, al netto di possibili errori che non ne mutano la sostanza, si possono così sintetizzare: “vi dò l’elenco di chi non ha pagato? Volete vedere quanto l’Oasi beach ci deve dare… lo stabilimento balneare dove Angelo Biondi è socio, ci deve dare 450.000,00 euro, ecco perché ha interesse…”. Affermazioni false e tendenziose, utili a suscitare, comunque, la desiderata reazione di stupore e sdegno delle due signore.
Ecco perché – considerato il peso di certe parole, specialmente se a pronunciarle è persona che per il ruolo ricoperto, dovrebbe essere esempio di legalità e correttezza – ho ritenuto mio preciso dovere, oltre a sporgere l’ovvia querela, pubblicare questa nota di chiarimento. Anche se so che mai raggiungerà lo stesso numero di persone che hanno visto ed ascoltato il nostro sindaco lanciare, con assoluta tranquillità, accuse tanto inverosimili quanto pesanti e gratuite, e che, inoltre, violando il diritto della privacy, mirano a creare un danno non solo alla mia persona, ma ad un’azienda seria e rispettosa delle regole come l’Oasi Beach, che dà lavoro stabile e continuativo a più di dieci persone”.

Licata li, 09/09/2023
Angelo Biondi