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La prima cosa che ricorda di quel mitico 1982 è il tripudio di bandiere italiane al Bernabeu al termine della finale mondiale con la Germania vinta tre a uno. “Mi sembrava di avere il mondo in mano” dice Pablito, il piccolo centravanti che quasi non si vedeva e che quando appariva era troppo tardi per i difensori avversari: la palla stava già dentro la porta. Di quel Mundial spagnolo dell’82, che laureò l’Italia campione del mondo per la terza volta, Paolo Rossi è stato l’eroe indiscusso. I tifosi si aspettavano tanto dal centravanti con la maglia azzurra numero 21 appena rientrato da una lunga squalifica (calcio scommesse: anche allora): e lui non li tradì. Dalla partita con il grande Brasile si scatenò e nessuno riuscì più a fermarlo. Gol a grappoli fino all’ultima partita del torneo. Trent’anni dopo Paolo Rossi ha affidato i suoi ricordi a un libro appena pubblicato: 1982. Il mio mitico Mondiale. “Il gol al Brasile è stato l’attimo più importante della mia carriera – dice Pablito. – Ma la grande fortuna è stata di aver avuto un allenatore come Bearzot”.