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Un’estate di lavoro a ritmi serrati per bruciare le tappe e far sì che un corposo numero di medici stranieri possa prendere servizio nei diversi reparti degli ospedali della provincia contribuendo a potenziare gli organici e sopperendo alla difficoltà, ormai cronica sul piano nazionale, di reclutare nuovi professionisti. Adesso all’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento si raccolgono i primi frutti degli sforzi fatti per appianare ogni difficoltà, anche di natura pratica e burocratica, con l’immissione in servizio dei primi sei medici italo-argentini che nella giornata di ieri, mercoledì 27 settembre, sono stati ricevuti presso la Cittadella della Salute dal commissario straordinario ASP, Mario Zappia, per la formale sottoscrizione dei contratti. Si tratta di un cardiologo, Guido Alfredo D’Amico, due pediatri, Agustina Zavaleta e Sandra Veronica Cagnasia, due medici di medicina generale e di famiglia, Marcello Zabal e Matias Vidal, e una pneumologa, Cecilia Campos.
“E’ il primo contingente di medici stranieri che assumiamo – ha commentato il commissario Zappia – grazie alla pubblicazione di un avviso aperto attraverso il quale contiamo di reclutare circa un centinaio di professionisti. Forse quella odierna è una data storica che segna una svolta significativa nel superare il problema di reperire nuovi medici e ciò nonostante gli innumerevoli bandi di concorso pubblicati, spesso purtroppo andati deserti per mancanza di sanitari, l’indizione di ‘avvisi aperti’ ai quali si può aderire ogni giorno, senza scadenza, il ricorso ai medici specializzandi, il ‘richiamo’ dei medici in quiescenza, l’attivazione di convenzioni/protocolli d’intesa e la ricerca di condivisione di graduatorie con altre aziende. Ringrazio la fattiva collaborazione di molti sindaci della provincia che si sono e si stanno prodigando per facilitare i processi anche per l’acquisizione anagrafica delle residenze e la ricerca di abitazioni idonee ad ospitare il personale medico”.
I nuovi sanitari non sono medici alle prime armi ma professionisti affermati, di età compresa fra i 38 e i 50 anni, in grado di incrementare la qualità delle prestazioni erogate. Comprendono la lingua italiana ed hanno espresso un vivo desiderio di intraprendere questa nuova avventura non soltanto per ambizione professionale ma soprattutto per ritrovare le proprie origini italiane, nella terra dei loro avi, dove vogliono vivere e far crescere i loro figli. Le valutazioni sulle competenze mediche e linguistiche fra i professionisti che hanno presentato la manifestazione d’interesse ad assumere l’incarico oggetto dell’avviso aperto sono state compiute da uno specifico gruppo di coordinamento. Solo dopo le risultanze della commissione il disco verde per l’immissione in servizio e l’individuazione della sede di lavoro.