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Intervistato da LiveSicilia, l’assessore Armao dice che fra due anni la Regione sarà al collasso finanziario. “Il patto di stabilità è sempre più stringente. Non una cosa sbagliata in sé, ci mancherebbe. Ma stringe la spesa sempre di più: 5,2 miliardi quest’anno; 4,7 l’anno prossimo; nel 2014 si arriverà a 4,5 miliardi, come ha deciso da poco il governo. Se pensate che la Regione spende circa 2 miliardi per stipendi, pensioni e affini e che circa 800 milioni ci costa il debito, nel 2014 resteranno un miliardo e 700 milioni per fare tutto”. Come faremo? Armao dice che ci sono “settori da ripensare”. E li indica: “le autonomie locali, stimolando la compartecipazione alle spese”; la lotta all’evasione cui devono concorrere la Regione, l’Agenzia delle Entrate e i Comuni con un’azione di contrasto integrato; vendere il legno a prezzi di mercato: “oggi si vende a cinque volte di meno”. Dice anche, a difesa del governo di cui fa parte e contro chi (i vertici di Confindustria per primi) ha denunciato per tempo il rischio del fallimento della Regione, che il “default sarebbe conseguenza di fatti nuovi”. Ma quali sono, signor assessore, questi fatti nuovi? Di nuovo c’è il patto di stabilità, con il quale dice di essere in parte d’accordo, e l’entrata in vigore proprio nel 2014 della legge costituzionale sul pareggio di bilancio. Contestateli, se ne avete la forza, in nome di quell’Autonomia di cui rivendicate le “competenze”, ma di cui la Sicilia non ha mai saputo fare buon uso.