Una presa di posizione dell’ex vicesindaco Angelo Vincenti su una serie di problematiche cittadine.

E’ mai possibile che nessuno si accorga del degrado sociale in cui versa la nostra città? Diventata insicura, spesso violenta, soprattutto tra i giovanissimi, dove a uno sguardo si risponde a mazzate, dove il fuoco la fa da padrone, dove un pensionato non è più libero di andare a ritirare la pensione, dove le attività economiche subiscono segnali pesanti da parte d’ignoti.

Tra la metà degli anni ’80 e gli anni ’90 Licata fu interessata da un fenomeno chiamato droga diffuso soprattutto tra le fasce più deboli che spesso pur di procurarsi la dose si dedicavano a furti e scippi. Ci fu una mobilitazione generale e le istituzioni tutte, a iniziare dalle scuole, le associazioni, le parrocchie e la stessa amministrazione pubblica, iniziarono a interessarsi del problema.

Oggi che a detta di molti, e purtroppo confermata dagli eventi degli ultimi anni, non può più considerarsi un “fenomeno”, ma una vera e propria piaga sociale insinuata anche tra i più giovanissimi e diffusa non solo in certe aree della città ma ovunque, si ha la sensazione che la paura di parlare di tutto ciò abbia preso il sopravvento e lì dove l’argomento spesso era affrontato e discusso proprio per far capire i danni diretti e indiretti di chi ne faceva uso, tutto tace. Il “gioco del silenzio” pare essere diventato quello prediletto della nostra comunità e questo ci deve far riflettere sul futuro che ci attende e che riguarderà soprattutto le nuove generazioni. So quando sia difficile il “mestiere” del genitore, ma è necessario alzare il livello di guardia e cercare di capire a cosa sono dovuti i cambiamenti, non sempre legati all’età, dei nostri figli. Non è normale vedere ragazzine di 12/13 anni in piena notte tra le stradine di montagna o in certi cortili atteggiarsi a donne mature con tanto di minigonna, tacchi alti e sigaretta in bocca, sarebbe già un piccolo passo parlare con loro, capire cosa sta accadendo, ma soprattutto condividere con loro quando più tempo possibile senza limitarne la libertà dovuta. Purtroppo è un problema complesso che necessita di essere affrontato con gli strumenti adeguati e con l’aiuto di tutti.

Mi auguro che tutto questo non continui nell’assoluta apatia e che le istituzioni facciano quadrato e decidano di intervenire, non c’è più tempo e vedere ragazzini e ragazzine di 14/15 anni fare uso di droghe, si parla anche del pericolosissimo crack.

Angelo Vincenti