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a. augustoAngelo, che tipo di campagna elettorale ti aspetti? E che campagna elettorale ti auguri?

Mi auguro una campagna elettorale piena di contenuti, in cui tutti i candidati si sforzino di illustrare il loro progetto per la città, ma non il solito libro dei sogni, solo le cose che realmente ritengono utili per contribuire a risollevare Licata. Ciò che mi aspetto? Non sono bravo a fare previsioni, ma credo che tutti gradiremmo meno toni urlati e più fatti concreti.

Ci sono in corsa a Licata due o tre partiti e tante liste civiche. Cosa ne pensi? Ci vedi un decadimento della politica o è un fatto che riflette i tempi che stiamo vivendo?

Leggo la presenza delle liste civiche come un fatto positivo, significano partecipazione, ma non è un fatto nuovo. L’interesse della collettività intera, e quindi anche della nostra comunità, per la politica è via via scemato nel corso degli anni. Credo che la gente sia concentrata maggiormente sulle sempre crescenti difficoltà a sbarcare il lunario piuttosto che sulle beghe che interessano tutti i partiti.

Il prossimo sindaco non avrà un compito facile, come non l’ha avuto quello tuttora in carica: vista la difficile situazione, economica soprattutto, della città e del paese in generale. Di cosa ha bisogno Licata, secondo te, per avere un futuro meno sconfortante del presente?

Innanzitutto vorrei fare gli in bocca al lupo (ne ha davvero bisogno) al prossimo sindaco, di chiunque si tratti. Le condizioni di tutti gli enti pubblici sono così difficili che ci vuole grande coraggio per “imbarcarsi” in una simile esperienza. Credo che Licata abbia bisogno, innanzitutto, di partecipazione. Di riscoprire i talenti (che non mancano di certo), del ritorno ad una normalità fatta di piccoli gesti, ma concreti. La storia, “importante”, della nostra città ci insegna che in un passato (magari non proprio recente) la comunità licatese ha saputo trovare l’orgoglio per ripartire. Forse è il caso di tornare a cercare quelle risorse.

Pensi che una politica in grado di favorire lo sviluppo turistico basti alla città o c’è bisogno anche d’altro?

Sul fatto che la politica debba avere un occhio di riguardo per lo sviluppo turistico di Licata non ci sono dubbi. Certo, c’è la crisi e si viaggia di meno, ma nella nostra città il trend di presenze è in crescita già da qualche anno. Ovviamente bisogna pensare a cambiare il volto di Licata. Spiagge bellissime, tramonti incantevoli, siti archeologici e monumenti che molti ci invidiano, da soli non bastano. Occorre organizzare i servizi. Il turismo da solo non basta, ed allora forse è il caso di convocare una sorta di “Stati Generali” dell’economia cittadina per potenziare le risorse presenti, finendola di piangersi addosso.

Racconti quotidianamente sul Giornale  di Sicilia questa città da molti anni ormai, da quando eri un giovanotto. E l’occhio del cronista è quello che meglio d’ogni altro riesce a fotografarla negli aspetti sociali, ambientali e culturali. La trovi cambiata rispetto alla città di ieri. E come racconteresti, in breve, questo cambiamento?

Ho la fortuna di fare un mestiere, ormai da circa venti anni, che amo. In questi anni Licata è cambiata molto, ma non solo in senso negativo. Assisto, per esempio, ad una ritrovata vitalità soprattutto dei giovani, che vedo impegnati quotidianamente nel promuovere attività culturali e sociali che arricchiscono tutti. Così come, mi pare, goda di buona salute l’associazionismo. Certo, di risorse in questi anni ne sono venute meno, ma credo sia un fatto generale, che non riguarda solo il nostro territorio. Molti protagonisti sono cambiati, non sempre in meglio, ma è solo con il contributo di tutti che si può guardare con maggiore serenità al futuro. Io la fiducia nei licatesi non l’ho mai persa.