La scrittura della lettera è, però, ispirata anche dall’esigenza di esprimere solidarietà nei confronti dei contadini licatesi: “Stanotte – ha scritto Amato nella lettera – un post dell’amico Paolo Iacopinelli, con amarezza comunicava che su alcuni tunnel in territorio di Licata erano state tagliate le plastiche di copertura di coltivazioni intensive ripetendo un rituale, il sesto in poco tempo, al pari delle auto rubate, per chiedere il riscatto ai proprietari, pratica diffusa in molti paesi del sud”.
Pertanto, Amato scrive al Governo: “non siamo esattori né birilli abbandonati, bersagli da colpire senza timore. Vogliamo sicurezza con mezzi anche straordinari: mandate l’esercito e videosorvegliate il mondo intero, perché se facile è colpire vuol dire che insufficiente é la risposta dello Stato. La mafia c’è e va contrastata e debellata. I politicanti che non la vedono o la ammettono così come è sono fuori dalle istituzioni”.