Si è svolta questa mattina, presso l’aula consiliare di Palazzo degli Scolopi, una conferenza stampa e di incontro della cittadinanza organizzata dal sindaco di Palma Pasquale Amato che nei giorni scorsi ha ricevuto tre lettere minatorie in cui lui e la sua famiglia sono minacciati di morte qualora non avesse dato seguito all’avvertimento di lasciare la guida della città. Le lettere minatorie, ha spiegato Amato, sono state trovate le prime due sul parabrezza della sua auto, rispettivamente il 6 e il 9 settembre; l’ultima, invece, gli è stata recapitata a casa il 17 settembre. Amato, che ha spiegato di avere denunciato alle autorità competenti quanto accaduto, ha letto testualmente i tre biglietti minatori, scritti in autentico stile mafioso, nei quali erano presenti pesanti espressioni atte ad intimidire.
Dopo la solidarietà espressa a nome di tutto il consiglio comunale dal suo presidente Salvatore Messinese, ha preso la parola Amato che ha spiegato la ragione della conferenza. “Le minacce ricevute sembrano un’esplosione di insofferenza alla mia permanenza alla guida della città. Quindi è mio dovere rendere partecipe l’opinione pubblica dei fatti in corso”. Quindi con tono amaro ma combattivo ha individuato alcune scelte amministrative che potrebbero essere alla base delle minacce. Innanzitutto, il riferimento è stato alle iniziative intraprese per riportare e affermare la legalità, quali la lotta all’evasione pubblica, alla burocrazia che rende difficili gli investimenti a Palma, ai cartelloni abusivi. Nel suo intervento, Amato ha fatto riferimento anche alle pressioni subite, all’interno di una parte della maggioranza, per ottenere un posto in giunta; alla presentazione della carta dei servizi per comunicare ai cittadini il comportamento che i dipendenti comunali devono seguire nell’espletamento delle loro funzioni; sulla verifica del rispetto degli impegni contrattuali presi nell’assegnazione dei lotti a edificazione agevolata e degli insediamenti nell’area PIP.
Dall’intervento di Amato si è venuto a sapere che oggetto delle minacce è stato anche il maresciallo Marletta. Tra gli interventi che sono seguiti va citato quello dell’onorevole Giuseppe Lumia che si è rivolto direttamente ai mafiosi, facendogli sapere che proverà ad aumentare le pene per reati di mafia per evitare scarcerazioni troppo celeri.