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Altra slide di Angelo Urso: disastro della politica e consenso democratico; chiudere gli occhi due volte nell’andare avanti?

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urso-angelo_2I licatesi simbolizzati come sciocchi e Licata come il paese dalle sabbie mobili della politica.

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Un ciclo storico che ha depotenziato, destrutturato la società, le nostre infrastrutture, le istituzioni, l’immagine di Licata. Un particolarismo tutto licatese è la mediocrità sferzante e il lato oscuro vincente di un vecchio luogo mentale: “non esiste la società, esistono solo gli individui”. E’ un detto tatcheriano, invisibilmente presente ancora dapprima nel mondo della politica licatese, che ha dominato tutta una nostra epoca. E’ il presupposto storico di comparizioni politiche, che si sono avvicendate nel tempo, che non garantivano, nè potevano garantire per loro natura, l’essenziale della politica: garantire il futuro; fatta salva qualche rara eccezione. E’ un fenomeno sociale tutto nostrano, che ingessa per tanto tempo ogni aspettativa di crescita rivolta alla collettività,alla società, al territorio. E’ tempo adesso di mettere in campo una visione diversa dei nostri destini e di superare il problema e non aggirarlo. Serve la politica nel senso proprio della parola <politica>, senza la quale non c’è futuro per Licata. Basta con l’afasia; non servono i colori dell’etica delle intenzioni a buon mercato. Serve la consapevolezza dell’etica delle conseguenze dei tanti nostrani statisti, che hanno reso Licata esclusa dal circuito della politica e da altro. La pianta della politica nasce dal terreno dei principi, della morale e dall’Idea di città; non puo’ nascere da una visione ristretta dei comportamenti, egoistica nelle finalità e di parte. Licata è l’unica città a non avere una politica. Normale essere spiazzati via da ogni accelerazione del mondo esterno. In un tempo non lungo, sapremo quale di questi tre percorsi elettorali è quella giusto.

Percorso A: la pretesa di entrare nel futuro alla maniera di sempre.
Scivolare comodamente verso le potenzialità di una formula di maggioranze aritmetiche di votanti, nella confusione e ibridazione di motivazioni diverse, di rivalità, di altro e dal pensiero debole. E’ la sensazione vuota verso un cambiamento, che sostituisce la politica ancora una volta, confondendola e scambiandola con la mercatoria, ilcalcolo o la fatalità “del comunque vada e poi si vedrà”. Del tutto velleitario pensare di ricostruire su vecchie idee, che accomunano ed evocano il ricordo del passato. E’ rinviare il problema di avere una politica a licata e camminare su vecchie logiche, per le quali siamo in deriva.

Percorso B: l’idea di qualcosa di diverso e piu’ alto rispetto la geografia piana degli schieramenti e delle presenze preposte al ruolo guida cittadino. Un tipo di politica fondata su una coalizione forte e su valori condivisi, ancora acerba e anche se conflittuale, può configurare una leva decisiva di un impegno e di una iniziativa etica, che può svolgersi tra le maggiori forze politiche. Una formula politica che è vecchissima e nuovissima, se è allo stesso tempo sociale e morale e cioè di segnale verso una assunzione autentica di consapevolezza e di responsabilità verso la città. L’abilita’ di creare una piattaforma tra diversi soggetti politici, tra gente comune, capace di ricostituire il capitale culturale e istituzionale necessari a competere. E’ un percorso strategico e pragmatico per non deragliare ancora una volta e chiudere una fase di involuzione. Il binomio di una persona capace di unire e di una coalizione, alla quale si lega il destino del paese.

Percorso C: una via di uscità dal degrado cittadino,surreale e suggestiva, che nelle apparenze manca del tutto di gambe, ma che puo’ essere realtà. Scrivere nella pagina bianca del futuro, costruendo l’ <universo dei grandi numeri>, di una <massa> di cittadini,che distrugga l’habitat naturale dei trafficanti della città, realizzando qualcosa di diverso: un movimento dal < basso verso l’alto>, capace di porsi come governo e pronto a sostituire quella tirannia interdittiva, locale e referenziale, che priva di orizzonti il paese. Una identità politica nuova e una forza politica propria, che opera non solo nella pura logica di vittoria, ma nella logica di proiezione di un profilo alto della città e di responsabilità sociale. Oggi pare fantapolitica una vera politica culturale e di ambizione, dove non è più la politica che entra nella città-mercato, ma Licata che entra nella Politica. L’orgoglio innovativo e unificante di rimodellarsi di una “polis” per tutelare la propria dignità e gli interessi del paese: il lavoro, la tutela del lavoro, dell’ambiente e del pretendere le stesse regole paritarie di collocazione nel contesto regionale e nazionale. Una triade di ipotesi, nelle quali si suppone proseguirà la storia di Licata. A Licata cresce la domanda di politica e serpeggia diffusamente il sentimento dell’anti-politica tra gente. E’ la domanda di una nuova visione della politica, non illusoria, ma responsabile verso il presente e verso il futuro di Licata. E’ la domanda di un ordine morale, che risponde a una visione di città e alle mutazioni della società di oggi, che metta in primo piano il lavoro, la questione del lavoro.

Angelo Urso

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