Il mare e il sogno. La rabbia e l’astuzia dei pescatori. Le reti in mare e quelle tra gli uomini e le donne. Personaggi che entrano ed escono da una storia, che sono storia. O forse storie raccontate da un cuntastorie, clown, teatrante di Augusta che subito ha guadagnato gli applausi del pubblico presente ieri Venerdì 18 luglio 2014 presso lo Yacht Club, Marina di Cala del Sole – Porto Turistico di Licata dove è stato presentato il volume “Il sogno di Zio Ciano” di Alessio Di Modica (Libridine Editore). Dopo gli indirizzi, di Salvatore Geraci presidente Yacht Club Marina del Sole e Direttore del porto Turistico, e di Massimo Licata D’Andrea, Assessore Turismo e Spettacolo del Comune di Licata, e’ stato il sociologo e giornalista, Francesco Pira, Docente di comunicazione Università di Messina a conversare con l’autore che ha risposto con enfasi a tutte le domande. L’evento inserito nel cartellone delle iniziative della manifestazione “Licata tra vele e sapori 2014” ha permesso in maniera originale di parlare del mare, dei pescatori e della trasmissione orale del loro lavoro e del loro modo di essere. Non sono mancati i riferimenti alla cronaca attuale. La sofferenza di Augusta per gli insediamenti industriali, simili a quelli di Gela. La mano dell’uomo che a volte non considera come dovrebbe spazi e territori. Il contesto che l’autore ha raccontato e’ Augusta (Siracusa), dove c’e il polo petrolchimico più grande d’Europa, ma in realtà potrebbe essere un angolo di mondo qualsiasi alle prese con la devastazione ambientale, storica e culturale del progresso. Il mare scorre nelle vene di questa lingua come nella vita dei suoi parlanti, che in quelle acque davanti al porto hanno imparato a vivere e respirare come i pesci. Nelle storie degli ultimi pescatori di questo borgo non si raccontano soltanto i sogni e i bisogni di tutta una comunità ma si descrive anche la geografia reale e simbolica dentro la quale si dibatte la precaria esistenza di chi e abituato da sempre a parlare con i pesci e con essi ha stretto un patto di alleanza, ha inventato un linguaggio condiviso. Alessio Di Modica con il racconto destinato a diventare spettacolo, performance teatrale, cunto popolare, recital musicale, ha raccolto le voci degli ultimi pescatori di Augusta e ne ha restituito immagini, parole, sonorità , ritmi, accenti. Nel rimpianto della bellezza oltraggiata e perduta l’autore coltiva con noi la segreta speranza di salvare dal naufragio la memoria, l’unico bene comune su cui progettare un possibile riscatto umano e culturale.
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