Un passo alla volta: per ripristinare i vecchi collegamenti con la Sicilia orientale e consentire a tutti più possibilità di spostamenti servendosi di un mezzo sicuro come il treno.
La Caltanissetta-Modica è una tratta storica che permetteva sino a qualche anno fa più lunghi collegamenti con Siracusa e Palermo. Ma la lentezza dei treni, gli orari scomodi, le carrozze fatiscenti, i ritardi continui, la crisi del trasporto pubblico con i suoi tagli continui di corse e personale, la privatizzazione delle ferrovie l’hanno resa sempre meno fruibile: e sino al punto di rendere il treno un mezzo di cui si servivano soltanto i lavoratori pendolari, soprattutto i tanti operai del petrolchimico di Gela residenti a San Cataldo, Ravanusa, Licata, Vittoria e Comiso. Turnisti e giornalieri che affollavano le carrozze.
A questa tratta è legato pure qualche ricordo letterario: il padre di Vittorini, Salvatore, impiegato delle ferrovie, istrione e poeta dilettante, che recitava il Macbeth per i colleghi nelle sale d’aspetto delle stazioni; Leonardo Sciascia che era solito partire dalla stazione di Caltanissetta dopo aver comprato il vecchio giallo Mondadori, suo tradizionale compagno di viaggio.
A una tratta storica non poteva mancare ieri mattina il suo treno storico, uno di quelli conservati nel museo delle ferrovie, e in una stazione di Licata affollatissima e con qualche punta di emozione per un mezzo verso cui un po’ tutti – per una ragione o per l’altra: un ricordo, un’avventura – ci sentiamo sentimentalmente legati. Il viaggio è finito a Modica e ha voluto celebrare il ritorno del treno in una parte di Sicilia in cui i collegamenti sono sempre stati carenti.
Gaetano Cellura