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Una vita lunghissima la sua. È vissuto novantasei anni. E ha segnato momenti tra i più significativi della storia di Licata. Nel 1967 Ernesto Licata ha guidato il Movimento per l’acqua fino allo sciopero del voto dell’11 giugno 1967 (elezioni regionali). Nel 1994, cambiato il sistema elettorale in vigore nella Prima repubblica, è stato a Licata il primo sindaco ad essere eletto direttamente dal popolo. Superò al ballottaggio un altro personaggio storico della città: il più volte sindaco Giovanni Saito.

Ma il momento cui è rimasto maggiormente legato Ernesto Licata, morto oggi, l’ha vissuto nelle “calde giornate di giugno” del 1967. La città di Licata non ne poteva più di mancanza di lavoro, disoccupazione, emigrazione dei propri giovani e figli migliori; non ne poteva più di vivere una vita di stenti e senza acqua. Le continue crisi idriche erano esasperanti: il bidone, le botti dell’acqua per le strade, le autocisterne per l’approvvigionamento nei momenti più critici. Alla grande sete dei licatesi esasperati si aggiungeva la profonda crisi sociale del principio degli anni Sessanta. La perdita della centrale termoelettrica, promessa non mantenuta, e istallata a Porto Empedocle; la chiusura della miniera di Passarello, gli ultimi giorni della Montecatini; la chiusura, alla Stazione, del Deposito locomotive.

La mancanza cronica d’acqua fu per Licata il coronamento di una grande stagione di crisi sociale ed economica. Il professore Ernesto Licata, che era stato negli anni cinquanta, consigliere comunale della città, seppe gestire e dirigere la protesta dei cittadini licatesi. Che si sentivano traditi dalla politica agrigentina. Con altri intellettuali e professionisti locali organizzò il Comitato per il diritto all’acqua, il cui motto era “Fatti e non Promesse”.

I licatesi fischiarono gli oratori politici negli ultimi giorni della campagna elettorale del 1967; il Comitato inviò cartoline in tutta Italia per sensibilizzare il paese sul problema di una città assetata e dimenticata dalla politica. Una città che non ne poteva più e che la domenica del voto disertò i seggi elettorali.

Dopo quell’esperienza il professore Licata si ritirò dalla politica attiva, a parte un incarico di membro nel Consiglio di gestione dell’ospedale. Alla politica ritornò nel 1994. Quando la città, uscita da due anni di esperienza commissariale, richiedeva ancora il suo impegno.

G.C.