Da quando, una settimana prima di ferragosto, è passata all’Ars la legge sul ritorno all’acqua pubblica, si è registrato in città il più assoluto silenzio su una questione che avrebbe dovuto invece interrogare la politica, i pochi partiti rimasti e ormai ridotti a semplici, momentanei comitati elettorali. A Licata si è mosso e ha gioito soltanto il Comitato civico e qualche storico sostenitore del diritto dei cittadini all’acqua pubblica e ad avere un depuratore efficiente.
Il sindaco di Casteltermini Nuccio Sapia ha intanto convocato per domani nell’aula Giglia dell’ex provincia gli amministratori dei comuni dell’Ato idrico gestito da Girgenti Acque. “Per fare il punto – dice – sulla situazione”. E soprattutto per capire quanti comuni, entro i 90 giorni previsti dalla nuova legge, intendono assumere la gestione diretta del servizio idrico.
Il fatto che il sindaco di Licata Angelo Cambiano abbia annunciato, con una nota diffusa oggi, che la giunta parteciperà all’incontro voluto da Sapia, non solo rompe il lungo silenzio politico della città su una questione così importante come questa dell’acqua, ma è un segnale chiaro sull’opzione pubblica (o privata) cui le amministrazioni comunali sono chiamate nei tre mesi dell’entrata in vigore della legge. E dal comunicato del sindaco di Licata si evince la sua scelta del servizio pubblico e del pieno rispetto dell’esito del referendum del 2011.
(g.c.)
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