La prima richiesta avanzata dalla delegazione palmese è quella di far arrivare nei terreni limitrofi con il territorio di Agrigento, ovvero quelli siti alla Vicinzina, a Piano Carrubba e Piano del Vento, l’acqua dalla diga San Giovanni. Infatti, il progetto originario prevedeva che le reti idriche arrivassero anche nei terreni palmesi. Tuttavia, in fase di esecuzione dei lavori, le reti si sono fermate al confine con Palma. L’amministrazione comunale si è dichiarata disponibile a sobbarcarsi i costi della progettazione dei lavori pur di avere un progetto che consenta di richiedere i finanziamenti al ministero dell’Agricoltura. Infatti, per la Sicilia sono disponibili 2 miliardi di euro non spesi in quanto la Regione non ha ancora definito un piano per l’utilizzo delle acque per l’irrigazione. Dal consorzio 3 è arrivata massima collaborazione, tanto che si sono pianificate le azioni future da portare avanti anche con la firma di un protocollo d’intesa.
La delegazione ha chiesto anche che il consorzio 3 si interfacci con quello 5 di Gela, che comprende anche il territorio di Licata, per far arrivare l’acqua dalla diga Gibbesi, che era stata costruita con la legge speciale varata dopo lo svolgimento del convegno sulle aree depresse di Palma e Licata negli anni sessanta e destinato al polo industriale. Nel 2010, a seguito di cambiamenti che hanno portato la diga ad essere convertita a scopi agricoli, Palma è stata esclusa. Dunque, la richiesta è che l’acqua per l’irrigazione dei campi, che attualmente arriva fino a Licata, possa servire i terreni siti a Gaffe, Ciotta e Narbone.