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Il sindacato ha fatto la sua parte – salvaguardare il posto ai trecento lavoratori di Girgenti Acque, ottenerne il passaggio nella nuova azienda consortile – e dunque può ritenersi soddisfatto. L’unico soggetto, impegnato nella complessa trattativa per il ritorno all’acqua pubblica, che può dire oggi di aver portato a termine il proprio compito.

Su tutto il resto, non è ancora stata posta una pietra definitiva tra gli altri protagonisti in campo: l’AICA (l’Azienda consortile dei comuni agrigentini) da una parte, e che rileverà da domani il servizio idrico nella provincia, e la curatela fallimentare del vecchio gestore. L’accordo – dicono – è stato raggiunto ieri, ma non se ne conoscono i particolari. Soprattutto sull’aspetto più contrastato della trattativa. E cioè il canone d’affitto richiesto dai commissari giudiziari di Girgenti Acque per la concessione all’AICA degli asset e dei mezzi aziendali (posti sotto sequestro) indispensabili per la continuità del servizio idrico a partire dal 2 agosto. Quindicimila euro mensili era la richiesta della curatela fallimentare. Ritenuta eccessiva dall’AICA. Che deve, tra l’altro, ancora definire il proprio piano finanziario e attendere la modifica del piano d’ambito. Piano d’ambito che prevedeva l’assorbimento di 203 lavoratori di Girgenti Acque a fronte dei trecento da ieri presi in carico dalla nuova azienda.

Aspettiamo dunque di conoscere tutti i particolari dell’accordo. E poi tireremo le somme. L’unica certezza è che non vi sarà alcuna paventata interruzione del servizio. Ma da come stanno le cose, non facciamoci illusioni, è più probabile un aumento delle tariffe, al massimo si può sperare nell’attuale mantenimento, che una loro diminuzione. L’acqua pubblica rimane un’illusione.

Per la TARI, stando a quanto deciso dal consiglio comunale, solo le imprese (per il danno patito a causa della pandemia) potranno beneficiare di agevolazioni. Per le famiglie sono state confermate per il 2021 le tariffe esose dell’anno precedente. Né si intravede alcuna possibilità di un loro ridimensionamento. Perché nulla è stato fatto riguardo alla Differenziata né ad altre iniziative per ridurre il costo esorbitante del servizio e per migliorarlo. Tutto questo nel totale silenzio assenso di un consiglio comunale al cui interno le decisioni vengono ormai accettate in modo acritico e rassegnato. Sicché ci ritroviamo una città in alcuni suoi quartieri proprio impresentabile nonostante i sacrifici imposti con le bollette ai cittadini. Al salasso per la Tari potrebbe aggiungersi quello per l’acqua. Viva Licata, la sua amministrazione, il suo consiglio comunale.

Gaetano Cellura