Acqua per usi irrigui, un intervento dell’agricoltore licatese Giovanni Chianta.
Esattamente 1 anno fa, in rappresentanza dei produttori licatesi, mi trovavo in assessorato regionale agricoltura per discutere di acqua per uso irriguo per gli areali licatesi. Chiedemmo la canalizzazione dalla nostra diga di assegnazione irrigua (San Giovanni) verso le campagne licatesi.
Ci fu risposto che c’era un problema di competenza territoriale facendo parte noi di GELA 5 e non di AG3.
Il 7 settembre 2023, durante la conferenza dei servizi, nessuno, tra i presenti, voleva che passassimo da GELA 5 ad AG3.
In quel caso, tutta l’amministrazione licatese, è stata con noi ottenendo uno storico passaggio da GELA 5 ad AG3.
La diga San Giovanni, da quel momento, era la nostra diga di riferimento per uso irriguo.
Più avanti, ci fu chiesto di presentare in Regione un progetto per una canalizzazione da San Giovanni verso campagne licatesi.
Gli agricoltori hanno messo mano al portafoglio ed hanno finanziato il progetto.
A fine 2023 fu presentato in Regione.
Sono passati esattamente 7 mesi e non ho capito il motivo per cui questo progetto non sia ancora stato finanziato nonostante si siano seguiti tutti i canali istituzionali per il suo finanziamento.
Credo meriteremmo delle risposte.
Chi dice che la diga sia vuota ignora i dati forniti dalla Regione.
Ci sono attualmente 8 milioni di metri cubi in un anno con scarse precipitazioni, negli anni piovosi l’acqua si butta a mare.
Chi parla di dissalatori per uso irriguo ignora i costi di gestione che sono insostenibili per l’utente/produttore finale ricadendo, inevitabilmente, su di loro.
I dissalatori servono per le utenze domestiche e, per uso irriguo, come “extrema ratio” nel caso di lunghi periodi di siccità. Funzionano in un sistema integrato, dighe a monte e dissalatori a valle, dove le dighe devono necessariamente soddisfare la maggior parte del fabbisogno irriguo che può esser integrato, da altra fonte, in caso di necessità momentanea.
Chi dice che le dighe siano vuote, questa no altre certamente si, dovrebbe battersi per chiederne la manutenzione e la pulizia proprio adesso che sono vuote.
Penso, ad esempio, alla diga Comunelli che può servire per gli areali in territorio di Butera dove lavorano centinaia di produttori licatesi.
Oggi è vuota, si chieda la pulizia da segmento per poter contenere molti più milioni di metri cubi, alle prime piogge, da distribuire (in quote) ai produttori di quell’areale.
La politica deve fare molto di più e noi produttori dobbiamo farci sentire molto di più.