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Uscirà a settembre il libro del cantautore licatese Armando Ildegardo Sorce dal titolo “I Treni del Sud”- Algra Editore – con prefazione di Francesco Pira.

Il libro racconta il viaggio dell’autore in una Sicilia che non c’è più, ma che conserva viva nelle immagini, nei luoghi e nelle abitudini non ancora contaminati dal falso benessere, la cifra umana e il peso delle passioni dei personaggi raccontati. Quasi a volerli liberare dalle catene di un “loop temporale” che li tiene perennemente in ostaggio.

E poi la descrizione dei luoghi, intesi come spazi relazionali dai quali si snodano e si avvicendano i protagonisti che danno vita ad immagini ed esperienze che appartengono alla cultura e alla cronaca di quel popolo.

Un segmento della nostra storia, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, ricco di memorie chiare e percettibili che rievoca atmosfere popolane e, per questo, “teatrali”, che ci proiettano in un futuro disancorato dai valori autentici e ingenuamente bisognoso di cambiamenti ricamati da “effetti speciali” e visioni caleidoscopiche.

Racconti che si incontrano e si scontrano volutamente, in un microcosmo figurato e reale, intriso di odori antichi, di memorie patinate, di mestieri scomparsi, fagocitati dal falso benessere, dal produrre per produrre dal consumare per consumare.

I Treni del Sud, nella memoria, nei ricordi e nelle paure di uomini che partono e di donne che restano, sempre…ad aspettare. La speranza che alimenta sempre il distacco, ricco di sfumature fino ad allora mai apprezzate o considerate. La bellezza del gesto, dell’abbraccio, degli sguardi avidi di giustizia, bisognosi di protagonismo.

Dentro una valigia la redenzione di un popolo da troppo tempo relegato ai margini del “vivere civile”.

Il cinema e la musica diventano allora metafore di riscatto, elaborano e sviluppano quella rete di bellezza e di ironia da troppo tempo cristallizzata da incomprensibili conflitti e da un potere che tenta con ogni mezzo di impedire qualsiasi possibilità di emancipazione dal bisogno e di conquista sociale ed economica.

L’autore ha infine voluto descrivere ed animare i suoi personaggi con la leggerezza di chi la storia la vive e la costruisce momento dopo momento.

Una narrazione, che difficilmente riusciamo a leggere o tracciare nei libri di storia e ancor di più nella ortodossia degli altalenati processi culturali ed antropologici del nostro tempo.