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Il professore Vincenzo Scuderi ha affidato al nostro portale un pensiero per il 50° anniversario del sacerdozio di padre Angelo Fraccica.

Cinquant’anni di vita sacerdotale.
Se Padre Angelo Fraccica me lo permette, vorrei dirgli “Grazie”, sicuro di poterlo fare anche a nome della comunità di Licata.
Non sono stati, di sicuro, una passeggiata, non è stata neppure una fatica insopportabile.
Eppure, tra difficolta di ogni genere e le mille soddisfazioni dello spirito, Padre Angelo Fraccica, li ha trascorsi con tutta la forza datagli dalla serenità dell’anima.
Sapete perché? Non è mai stato solo, da solo.
Lungo il percorso della sua esistenza il buon Dio, ha voluto mettergli accanto suo figlio Gesù, vero Dio, vero uomo.
Con Lui ha celebrato i suoi santi misteri, con Lui ha parlato, ha passeggiato, ha mangiato il Suo pane della vita, con Lui ha chiacchierato, Lui lo ha consolato, rasserenato e confortato, ha curato tutte le sue ferite.
E vi assicuro che non esiste al mondo ambizione più grande che avere, sentire accanto Dio Padre nella Sua Unità e Trinità divina, nella quotidianità della vita.
Basta semplicemente volerlo, invocarlo, amarlo.
Forse, non l’ha scelta Padre Fraccica la vita sacerdotale. Ha dovuto dire sì!
Necessariamente “Sì”, perché ha soltanto risposto, con amore, a quella “chiamata” soprannaturale di Dio col suo: “Eccomi”, che inglobava e include tutt’oggi, l’umanità intera; è stata una richiesta esclusivamente di Dio, dolce, persuasiva, invitante, stimolante, piena di luce, di appagamento dell’anima e del corpo.
Padre Fraccica, messosi in ascolto della parola del Signore non ho potuto che accettare la proposta di Cristo d’essere il pastore del popolo di Dio facendo sua frase di Cristo “M’ami tu più di questi? Pasci i miei agnelli”. Padre Fraccica ha risposto giornalmente offrendo, consacrando, la sua vita, ogni cosa a Lui, pascendo le sue pecore con tutto il trasporto dell’anima.
Il buon Dio gli aveva accertato che non sarebbe diventato ricco, potente, né glorioso, né vissuto un istante in più, ma di certo, avrebbe guadagnato la salvezza eterna dell’anima. Quella sì!
Ed ora, a distanza di cinquant’anni da quella data, lo ripete il suo convinto, coscienzioso, quanto appagante “Si… sì… sì” mille volte ancora “Si” attraverso la donazione di se stesso.
Ribadisce sempre, ancora oggi davanti a tutti e, ancora più solennemente, davanti a Dio, il suo totale affidamento con il suo Sì benedetto dallo Spirito Santo.
Questo “Sì” è di certo, ricolmo di ogni grazia, di ogni bene, di ogni ricompensa dello spirito.
Forse, questi cinquant’anni non gli appartengono, non sono un suo dono a Dio perché già erano di Dio avendo egli, offerto a Dio, la sua intera, totale vita consacrata.
Di suo, non ha mai posseduto nulla, se non la grazia santificante dello Spirito Santo concessa da Dio, la totale donazione al Suo Santo servizio.
I giorni che verranno li metterà ancora a disposizione di noi tutti fedeli con spirito d’amore e li consegnerà ai piedi dell’Onnipotente per ringraziare il Cristo, Verbo di Dio, pastore della Chiesa e poi lo Spirito Santo paraclito, il consolatore, il sollievo perfetto dell’anima, nonché la Madre nostra Celeste e di Dio, Maria, aiuto dei cristiani e dei consacrati.

Prof. Vincenzo Scuderi