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Una giunta dotata di buon senso politico rifletterebbe sui risultati elettorali e ne trarrebbe delle conclusioni. Sul piano personale, 241 voti a Licata per l’ex vicesindaco Giuseppe Arnone, anche se crediamo se ne aspettasse molti di più, sono un buon risultato. La sua elezione dipendeva soprattutto dai voti raccolti nell’intero collegio. Ma se 241 voti in città potrebbero essere considerati buoni, lo ribadiamo, sul piano personale, tenendo conto dei numerosi candidati locali, non lo sono certamente sul piano politico. Su quest’ultimo aspetto influisce molto il lavoro della giunta Graci, la scarsa considerazione di cui essa gode nella città. In momenti difficili e di scarse risorse finanziarie per i comuni, avere il consenso dei propri concittadini è per un sindaco fondamentale. Uno sprone a non arrendersi e ad affrontare le emergenze e i buchi di bilancio con la necessaria energia, con un programma di rigore e di rilancio della pur magra economia locale sapendo che il proprio impegno è generalmente condiviso e apprezzato. A Licata così non è da almeno quattro anni. Quantunque Angelo Graci non perda occasione per ripetere che i cittadini sono dalla sua parte e consapevoli del lavoro che l’Amministrazione porta avanti. Forse ha un polso diverso della realtà. Forse pensa di poter ancora riguadagnare il terreno perduto. O di limitare i danni con qualche buon risultato in questi ultimi mesi di mandato: e preparare così la sua ricandidatura oppure gestire la sua successione. Ma Graci dimentica, finge di non vedere che le condizioni politiche sono oggettivamente difficili e che in parte gli sono anche ostili. Non solo per certe scelte sbagliate di governo della città, ma anche per la situazione di crisi generale e dei tagli operati dal governo centrale che penalizzano i comuni. I voti presi dal professor Arnone potrebbero essere la reale valutazione data dalla città a chi in questo momento l’amministra, una sorta di referendum sulla giunta più che un voto per il candidato all’Ars. In condizioni normali e in una città normale, questo dovrebbe essere motivo di confronto interno per l’esecutivo in carica. Per poi uscire con delle dichiarazioni pubbliche. Se si ha qualcosa di nuovo per le mani, qualcosa di utile alla città su cui vale la pena di lavorare da qui alla scadenza del mandato, è il caso di dirlo subito. Altrimenti, visto per la giunta l’indice di gradimento emerso dalle ultime elezioni, si potrebbe anche decidere di risparmiare ai licatesi i titoli di coda.

Gaetano Cellura