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Questione di tempo: e la storia presenta il conto degli errori, le distrazioni, la superficialità con cui viene amministrata la cosa pubblica. Flaiano diceva che in Italia la situazione è grave ma non è seria. I fatti di oggi, con i ponti che crollano e i rigurgiti razzisti, ci dicono purtroppo che la situazione è pure seria.

Dunque, grave e seria nello stesso tempo. Come è stata sempre a Licata. E oggi più di ieri in questa nostra città dove passato e presente si saldano nel rispettivo fallimento. Politico e, negli ultimi anni, finanziario e contabile. Fino alla totale crisi di liquidità di questi giorni delle casse comunali.

L’ultimo colpo al comune di Licata arriva dal lodo Saiseb. Tanto per rimanere in tema di storia. E di storia che prima o poi presenta il proprio salato conto da pagare. Un colpo da k.o. definitivo. Per la città, le imprese che vantano crediti con il comune e per gli stessi dipendenti dell’ente cui sono stati bloccati gli stipendi. E in seguito al pignoramento dei conti comunali disposto dal tribunale proprio per il mancato pagamento dell’ultima rata alla Saiseb. Che, con gli interessi maturati, è ora di 1,5 milioni.

Questa vicenda, meglio di ogni altra, aiuta a capire un vasto e vario ambito di storia amministrativa di Licata, chiama in causa responsabilità pregresse, ma anche una grave mancanza di volontà politica nel rendere chiare queste responsabilità. Intendiamo dire che qualcuna delle classi dirigenti del passato doveva pur rispondere non solo politicamente di un lavoro appaltato per costruire una lunga rete fognante. Mai iniziata, e dunque inesistente, ma per la quale il comune è stato in seguito condannato a sborsare fior di milioni. Gli amministratori venuti dopo, che si sono ritrovati in bilancio questo strano debito, avrebbero dovuto denunciarlo politicamente con parole forti. Perché non li riguardava direttamente sul piano della responsabilità amministrativa e per le conseguenze economiche che una causa persa con la Saiseb avrebbe avuto per il comune.

Non è stato fatto perché così va la vita e la vita politica in particolare. La morale di tutta questa storia è che se non paga qualcuno paga qualcun altro. E cioè i cittadini. Le conseguenze della causa persa con la Saiseb si scontano ancora oggi. Rimaneva una rata da saldare. È bastato non farlo una sola volta, e per le difficoltà finanziarie in cui i comuni oggettivamente si trovano, chi più chi meno, per vanificare la volontà di estinguere il debito manifestata dall’ente negli anni scorsi e per impedire ai dipendenti comunali di percepire lo stipendio di agosto e forse anche dei mesi successivi visto che il tribunale si pronuncerà sulla questione a novembre.

Non sappiamo ancora di chi sono queste altre responsabilità. Se è giusto, quando ne viene disposto il blocco dei conti, non tenere presente che un comune è anche datore di lavoro. E quindi che sono i suoi dipendenti, in questo caso, a subire il danno maggiore. Oppure se nei mesi scorsi si è verificata qualche “disattenzione” amministrativa. Sentiamo dire (ma non abbiamo la competenza per confermare o smentire quanto si sente) che nell’incombenza di un provvedimento coatto bisogna almeno disporre delle clausole di salvaguardia dei salari. In modo tale da non poter essere colpiti. Resta che siamo di fronte a un fatto senza precedenti nella storia del comune di Licata. E di cui forse si sottovalutano, per tornare a Flaiano, la gravità e la serietà.

Gaetano Cellura