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L’Istituto Comprensivo “Salvatore Quasimodo” rischia di perdere l’autonomia non avendo raggiunto le 600 iscrizioni. Il corpo docenti scrive alla direttrice dell’Ufficio scolastico regionale per cercare una soluzione alternativa al sottodimensionamento del plesso che accorpa la media Quasimodo, l’elementare Parla e la scuola dell’infanzia Peritore. Ecco la lettera delle docenti.

Egregia Dott.ssa Altomonte
Le scriviamo questa lettera aperta perché vorremmo sottoporre alla sua cortese attenzione una situazione per noi Docenti dell’Istituto Comprensivo S.Quasimodo di Licata particolarmente sconfortante. Come Lei certamente saprà il nostro Istituto quest’anno è stato dichiarato sottodimensionato perché non raggiunge la popolazione scolastica prevista dalla normativa di 600 unità iscritte. Chiaramente la legge è questa e a noi spetta prenderne atto, ma a nostro modesto avviso questa legge mortifica il lavoro onesto, continuato e soprattutto professionale svolto dal nostro Dirigente Luigi Costanza in questi due anni di presidenza e dell’intero corpo docente che, da sempre, lotta per dare dignità sociale alla sua utenza, che ci creda, nel tessuto connettivo sociale di Licata è senza dubbio quella più emarginata e considerata senza quasi possibilità di riscatto. Ì plessi del nostro Istituto sono ubicati in uno dei quartieri più disagiati della città, dove le famiglie lottano letteralmente e quotidianamente per la sopravvivenza, perché prive di una stabilità lavorativa, dove la Scuola rappresenta l’unica istituzione vicina alle famiglie e l’unica possibilità di riscatto per i propri figli. La nostra Scuola è considerata scuola a rischio proprio per questo, perché offre la possibilità attraverso l’attività didattica antimeridiana e i progetti extracurriculari promossi agli alunni, di ricevere un’offerta formativa diversificata e a volte l’unica possibilità di sperimentare attività sportive o artistiche (teatro, cinema, danza), considerato che le famiglie non potranno mai permetterselo e anche la possibilità di togliersi dalla strada, luogo in cui altrimenti crescerebbero. Noi abbiamo molto rispetto per le Istituzioni e per i ruoli e siamo sicuri che la norma che ci ha sottodimensionati, nasce dal bisogno di dare una risposta precisa ad una problematica precisa, ma ci sentiamo di dire oggi che non salvaguardia il diritto alla studio e alla continuità educativa di tutti, perché in alcune realtà è impossibile mantenere questo standard numerico. Le facciamo soltanto un esempio che da solo basta a capire che la perdita subita non ha nulla a che vedere con un lavoro non qualificante del corpo docenti o una direzione poco lungimirante del Dirigente Scolastico, in questo anno scolastico 2016/17 la segreteria ha concesso oltre una trentina di nulla osta a famiglie che sono emigrate al nord per non parlare dei trasferimenti in Germania o all’estero che non necessitano di nulla osta ufficiale. La perdita è naturale, fisiologica e risponde al disagio sociale di una popolazione messa in ginocchio dalla mancanza di un’economia attiva; chiaramente questo disagio è numericamente evidente nei quartieri più disagiati, ecco perché le altre scuole di Licata, pur avendo subito delle perdite, comunque ne sono state intaccate relativamente. Accorpare, o ancora peggio come si vocifera insistentemente ormai, smembrare la scuola dando alcuni plessi ad un’altra realtà scolastica e altri ad una terza, significherebbe mortificare ancora di più queste famiglie per tante ragioni: innanzitutto perché per chi vive uno svantaggio culturale e sociale la stabilità educativa diventa l’unica certezza e il rapporto con le insegnanti e con un dirigente che ha già dimostrato sensibilità e vicinanza diventa un punto di forza a cui non si è disposti a rinunciare, secondo si immagini un genitore che ha un bambino alla scuola dell”infanzia, uno alla primaria e uno alla scuola secondaria di primo grado, dovrebbe interfacciarsi con tre orientamenti educativi diversi , gestiti con modalità differenti e in più con assetti organizzativi totalmente diversi che mortificherebbero ancor di più l’equilibrio familiare (inizio anno scolastico diversi, organizzazione del Monte ore settimanale diverso, o peggio uguale che non dia la possibilità di lasciare e prendere i propri figli nel rispetto delle proprie esigenze).

Lei ci insegna che il PTOF è la cartina tornasole dal punto di vista educativo e formativo di un Istituto e nasce dall’osservazione, dall’analisi e dall’individuazione dei bisogni sociali ed educativi dell”utenza a cui si rivolge l”azione della Scuola e chi appartiene allo stesso quartiere ha gli stessi bisogni, come potrebbe un”istituzione scolastica del centro elaborare un PTOF che desse equa giustizia ai bisogni educativi di realtà sociali così diverse? Per forza di cose si penalizzerebbero alcuni. Noi crediamo nel fatto che la nostra utenza abbia il diritto di avere un’istituzione scolastica con una sua forte identità, con una chiarezza di traguardi educativi e con una sua autonomia che le permette di compiere delle scelte formative e di attuare strategie che vadano a rispondere puntualmente ai bisogni della sua utenza, senza sconti e senza compromessi; esattamente come è stato fatto in quest’anno scolastico in cui l’offerta formativa è stata talmente intensa e diversificata da far registrare encomi, riconoscimenti ufficiali agli alunni, da parte non solo della comunità scolastica, ma soprattutto da altre istituzioni come la Prefettura di Agrigento, il comune di Licata e altri enti promotori di progetti formativi.
Abbiamo cercato di ridare dignità a questa fetta della popolazione licatese, perché noi e il nostro Dirigente Luigi Costanza, crediamo nel valore sociale che la Scuola ha e deve avere e svolgiamo il nostro lavoro con passione d dedizione, ragione per la quale le abbiamo chiesto la Sua attenzione e sottratto parte del Suo tempo. Crediamo nel dialogo con chi ci rappresenta e cerca giornalmente come lei di rispondere alle reali necessità della Scuola e la ringraziamo per la Sua cortese attenzione, fiduciosi del fatto che la nostra riflessione possa aprire in dibattito fecondo circa la necessità di non far dipendere l’autonomia di una scuola da un rapporto numerico, ma da un’azione qualificante e formativa.

Ì docenti dell’Istituto Comprensivo Salvatore Quasimodo – Licata