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Finito lo spettacolo, “venne in camerino e cominciò a parlarmi di come la Rete potesse cambiare il mondo (…). Aziende democratiche, persone al centro di ogni processo, intermediazioni economiche e politiche soppresse”. Beppe Grillo, l’uomo che riempie le piazze italiane, il solo che riempie in questa campagna elettorale le piazze della Sicilia, racconta come lo conobbe. Lui, il comico di successo, era ancora quello che li sfasciava i computer, che non voleva proprio sentirne. Gianroberto Casaleggio lo convinse del contrario. Lo convinse dell’importanza della Rete, della sua capacità di veicolare idee e progetti a proprio vantaggio. Vantaggio economico, ma pure politico. Da quel momento diventa lo spin doctor, il fidato consigliere del comico genovese, il suo fratello piccolo, per distinguerlo dal Grande fratello di Orwell. Diventa colui che attraverso la sua azienda, la Casaleggio Associati, ne cura il blog nei minimi dettagli: facendo diventare il grillismo, grazie a una studiata strategia comunicativa, fenomeno di massa. Diventa colui che di Grillo organizza i tour in giro per l’Italia. Accusato di avere legami con i poteri forti, dalla massoneria alla Goldman Sachs, Gianroberto Casaleggio si definisce “un comune cittadino che con il suo lavoro cerca, senza alcun contributo pubblico o privato, forse illudendosi, talvolta anche sbagliando, di migliorare la società in cui vive”. La nascita del M5S non ha portato più guadagni alla sua azienda, ma un notevole peso politico senz’altro. Sebbene si sia diviso da Enrico Sassoon, membro dell’Aspen e della Camera di commercio americana in Italia, forse parente di Rotschild, e insomma esponente di quell’alto mondo dell’economia, della finanza e delle banche di cui Grillo nei suoi comizi propone la nazionalizzazione, Casaleggio qualche dubbio continua a ingenerarlo nel Movimento5Stelle e sulla reale offensiva del suo leader contro i cosiddetti poteri forti. Ma l’interesse nostro per Casaleggio nasce soprattutto per la sua utopia, la sua futura visione del mondo, affidata al video postato da YouTube (casaleggio.it): Gaia, il futuro della politica. Vi immagina lo scoppio della Terza guerra mondiale, combattuta con armi batteriologiche, tra il mondo libero e i paesi (Russia, Cina, parte del Medio Oriente) dove il web è controllato dai governi. Questa guerra, che durerà vent’anni, dal 2020 al 2040, sarà vinta dal mondo libero, dal mondo della democrazia diretta e ridurrà la popolazione mondiale a un miliardo. Dopodiché tutti avranno un’identità sulla Rete e vi saranno collegati. E tutto il mondo sarà governato da Gaia. Partiti, ideologie e religioni scompariranno e ogni cittadino, attraverso la Rete, potrà essere eletto presidente ed esserne controllato dagli elettori. Non mancano nell’utopia di Casaleggio (alcuni temi del video si trovano nel libro “Siamo in guerra”, scritto con Grillo e pubblicato da Chiarelettere) elementi d’inquietudine. Ciò che ne viene fuori è una democrazia liquida – una testa: un voto – senza poteri intermedi, definiti zavorre, ingombri. Un potere senza  contropoteri effettivi che non siano i cittadini connessi a internet. In questo nuovo mondo, senza checks and balances, scrive Barbara Spinelli, nessuno garantirebbe la laicità dello Stato e non regnerebbero che corporazioni, lobby, sette integraliste. Le utopie, tutte le utopie, da Noi di Zamjatin ai romanzi di Huxley e di Orwell, hanno prefigurato società chiuse, illiberali. E quelle realizzate, come il comunismo, sono diventate distopie, il loro contrario cioè. E sappiamo che hanno prodotto mostri. Il Movimento5Stelle non si limita a cavalcare la protesta contro la cattiva politica, a raccogliere diffusamente il malcontento dei cittadini. Ma a lanciare un messaggio in cui può davvero annidarsi l’illusione che il mondo possa essere governato con piccole o grandi decisioni prese dai cittadini, senza delega, attraverso la Rete. È un messaggio nuovo, che colpisce. Ma valutiamolo bene prima di rimanerne abbagliati.

Gaetano Cellura