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Facciamo un po’ di conti per vedere se il comune avrà un risparmio eliminando i capidipartimento. La delibera 50, guarda caso il primo atto amministrativo dell’attuale giunta, quasi non avesse da fare nulla di più urgente, e l’altro ieri approvata dal consiglio comunale, avrebbe dovuto essere corredata da un dettagliato piano di risparmio per l’ente. Un piano di risparmio tale da giustificare la modifica dello statuto comunale. Una modifica che elimina la figura apicale del dirigente attribuendone le funzioni alle cosiddette Posizioni organizzative, cioè a dipendenti di categoria D. Posizioni da istituire tramite concorsi interni e a due assunzioni esterne a tempo determinato. Dovrebbero essere in tutto undici (nove da assegnare al personale interno del comune e due agli esterni): da distribuire come dirigenti, o meglio come nuove figure dirigenziali nei vari dipartimenti e nel quadro della loro riorganizzazione voluta dalla giunta comunale. Anche questo (per così dire) dettaglio, come quello dell’eventuale risparmio, avrebbe dovuto essere più chiaro nella delibera di giunta portata in consiglio comunale e da quest’ultimo votata sposandone in pieno le linee generiche.

Ieri il sindaco Galanti ha detto, intervistato dalla televisione locale, che i dipartimenti rimasti in mano a un solo dirigente hanno reso problematica l’attività amministrativa quasi fosse sua (del dirigente cioè) la colpa della mancata sostituzione degli altri colleghi andati in pensione. Il dottore Galanti ha anche aggiunto che l’istituzione di undici Posizioni organizzative alla guida dei vari dipartimenti ne renderà più snella l’attività.

È l’augurio suo e dovrebbe essere anche l’augurio della città, che invece ha seguito senza particolare interesse tutta questa vicenda. D’altra parte, quel che interessa ai cittadini è che il comune dia servizi efficienti indipendentemente se a guidare i vertici della burocrazia siano i dirigenti oppure le posizioni organizzative.

C’è da dire tuttavia che un dirigente è pur sempre un dirigente: sul piano delle responsabilità, delle competenze e della preparazione; e renderne orfane le strutture dell’ente può avere effetti negativi non da poco sulla qualità gestionale.

L’amministrazione Galanti e la sua maggioranza consiliare hanno fatto una scelta diversa: quella di eliminarne la figura. Scelta politica legittima. Soprattutto se motivata dalla razionalizzazione dei servizi nell’ottica di un loro miglioramento e in quella di un risparmio considerevole per l’ente. Ma proprio questo è il punto. Che nulla cioè nella delibera 50, nel suo merito, garantisce il miglioramento dei servizi né il risparmio economico sperato.

Vediamo perché. Almeno proviamo a farlo. Visto che ancora non c’è un piano di completa riorganizzazione della burocrazia comunale, nel quale andava inquadrata l’eliminazione dei dirigenti, trattata invece isolatamente e come tale votata dal consiglio comunale.

Quanto ai conti, le posizioni organizzative scelte tra il personale interno, da quel che si sente dire costano al comune come incentivo per nuove mansioni intorno ai novemila euro; ottantamila (compresi i contributi) gli costano invece le due posizioni esterne. Totale: 89 mila. Quattro capidipartimento (compreso quello ancora in servizio) gravano grossomodo per 360 mila euro. Defalcando da questa cifra il costo delle Posizioni organizzative avremmo un’uscita di 271 mila euro. A cui però togliere l’ottanta per cento degli emolumenti (mettiamo 75 mila euro?) che saranno percepiti per due anni dal dirigente prima in servizio e ora, dopo l’approvazione della delibera 50, posto in mobilità. Avremmo così un risparmio di 196 mila uro. A cui togliere ancora i diritti di rogito che, nell’assenza di almeno un dirigente, non andrebbero più al comune ma al suo segretario generale. Insomma, in virtù di calcoli approssimativi il comune al termine della vexata quaestio sull’eliminazione dei capidipartimento potrebbe avere un risparmio di 100-150 mila euro l’anno. È un risparmio per il quale vale la pena declassare il comune e per far dire fra qualche anno parafrasando Manzoni: “Il capodipartimento, chi era costui?”

I sedici consiglieri, prima di votare la delibera 50, avrebbero dovuto richiedere alla giunta, e di tempo ce n’era, di poter valutare per l’ente il reale e conveniente risparmio di spesa relativo a tutta questa lunga e politicamente tormentata vicenda.

Non solo: avrebbero potuto in alternativa scegliere oppure proporre la parziale modifica dello statuto comunale, accorpando i dipartimenti e portando da quattro a due i suoi dirigenti. E ancora: chiedere un piano di riorganizzazione generale della burocrazia comunale e in questo far rientrare la soppressione dell’area dirigenziale. Invece si sono limitati soltanto a votare. Su una questione – come la modifica dello statuto dell’ente – che, oltre ai fatti, richiedeva gli argomenti.

Gaetano Cellura