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Il racconto di un rientro dalle vacanze in Madagascar da incubo per il licatese Andrea La Rocca che ha raccontato la sua storia al nostro portale.

Scrivo per segnalare un accaduto assurdo che è successo lo scorso 10.01.2020. Sembrava un film o una serie TV ed invece era tutto vero.

Rispetto a quanto era stato indicato e preventivato, non abbiamo volato con nuovi aerei ma con i velivoli 767 che poi si sono dimostrati inadeguati per il viaggio. Considero un mistero questa scelta di mandare questi aerei sia all’andata ma soprattutto al ritorno. Questo ha sorpreso un pò tutti, in quanto era l’ultimo volo carico di persone che chiudeva la stagione delle vacanze. Quindi l’errore va, secondo me ricercato a monte, nella decisione suppongo presa a Milano. Il ritardo poi della partenza da Nosy presupponeva da parte dell’equipaggio controlli più approfonditi, in quanto pare che l’aereo dimostrasse difetti, per esempio circolava la notizia che non si spegnessero i motori.
A quel punto invece di rischiare un ritorno azzardato, sarebbe stato più prudente, immagino, richiamare da Milano un nuovo aereo, ritardando la partenza anche di un giorno, ma non mettendo a rischio l’incolumità dei passeggeri come poi è stato.
Con prudenza e probabilmente secondo un disciplinare preciso, il comandante decide poi un atterraggio d’emergenza….in Sudan a Khartum!
In tal senso lo stesso racconta su impossibili ingegneri che avrebbero riparato un guasto su un aereo civile con 250 persone a Karthum per poi farlo ripartire…cosa chiaramente impossibile che si verificasse, viste le condizioni dell’ambiente dove siamo atterrati, oltre le improbabili responsabilità che un ingegnere esterno a tutto si sarebbe preso.
Dopo avviene lo sbarco. L’equipaggio si è dileguato e qualsiasi tipo di assistenza è stata
completamente inesistente. Lasciati in balia di noi stessi, con bambini, donne ed anziani a soffrire non solo l’attesa, la totale mancanza di qualsiasi genere di conforto ma anche un’assenza di supporto morale e informativo, con annesso sequestro del passaporto!
Nella totale incomunicabilità con i bravi e corretti militari Sudanesi che hanno capito il pericolo che tutti noi avremmo potuto correre in un paese del genere in un momento del genere. Hanno blindato i pullman per il trasporto e tutto si è svolto nella rapidità e
segretezza necessaria per evitare ogni attrazione che potesse avere la presenza di quatto bus carichi di occidentali. Arrivato l’aereo nuovo da Milano, vi troviamo seduto il vecchio equipaggio, e il nuovo comandante saluta come niente fosse successo, come un normale volo di linea da Karthum a Milano. Non un controllo delle condizioni delle persone, un riscontro, una domanda di bisogno, una rassicurazione, una verifica, un supporto morale, una semplice scusa, nè alla partenza nè all’arrivo a Roma o Milano dove siamo appunto alla fine atterrati, con oltre 15 ore di ritardo.