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Niente aggiunta di acque depurate per uso irriguo, il Consorzio Cora presenta ricorso. La notifica del provvedimento – oltre che all’Ati Idrico – è arrivata anche a Girgenti Acque, all’Assessorato regionale Acqua e Rifiuti, al dottore Gaetano Valastro (amministratore giudiziario del depuratore licatese) e al Comune di Licata. Con il ricorso, il Consorzio Cora chiede l’annullamento delle conferenza di servizi e delle deliberazione a questa seguita relativamente al progetto di “completamento ed adeguamento dell’impianto di depurazione di via Ricci e delle relative opere di adduzione e scarico – Condotta di allontanamento acque depurate in mare”.

Secondo il Consorzio agricolo Cora, “l’approvazione di questo progetto contrasta la normativa comunitaria, nazionale e regionale che prevede il riutilizzo delle acque reflue, con l’obiettivo di limitare il prelievo di acque superficiali e sotterranee, riducendo l’impatto degli scarichi sui corpi idrici nonché il risparmio attraverso l’utilizzo multiplo delle stesse acque”.

In buona sostanza, il Consorzio Cora afferma che “le acque reflue sottoposte a trattamento devono essere riutilizzate” e non allontanate in mare come succederebbe dopo la realizzazione della condotta per la quale è stato approvato il progetto. Nelle motivazioni del ricorso, il Cora bolla come “illogica” la realizzazione della condotta. Secondo il Consorzio degli agricoltori “i reflui in uscita dal depuratore di via Ricci potrebbero essere convogliati verso l’impianto di affinamento, aumentando le risorse per l’agricoltura e risparmiando quelle per uso potabile”.