Pubblicità

Di fronte al mare dorme Bettino da diciotto anni. Al mare africano che lo separa dall’Italia. Da quell’Italia che non ha voluto accoglierlo (neppure per curarsi) da uomo libero e in cui non è più tornato.

Mani Pulite è stata la più grande operazione di polizia della storia: per numero e importanza delle persone coinvolte (dirigenti politici e uomini di stato). E lui ne è stato, tra gli uomini politici, quello che ha pagato le conseguenze maggiori. Pur avendo le stesse responsabilità di tanti altri che da quell’inchiesta non sono stati toccati.

Il finanziamento illecito riguardava tutti i partiti. Ma solo la Dc, e il Psi soprattutto, ne sono stati travolti. Della tradizione democristiana qualcosa è rimasto. Ma del socialismo italiano nulla, proprio nulla, sopravvive. E altri – ex e post comunisti – se ne sono (impropriamente) appropriati.

I soldi illeciti non servivano a Craxi. Servivano a finanziare la politica in un sistema che in questo modo si alimentava. Servivano a tenere in vita riviste prestigiose come Mondo operaio, quotidiani come L’Avanti; servivano per aiutare il dissenso democratico nei paesi dell’est; venivano spesi per convegni culturali, congressi, iniziative politiche d’ogni tipo. E anche per far fronte al partito politico allora più ricco, grazie ai rubli di Mosca. Nessuno allora poteva disporre dell’apparato politico di cui godeva il partito comunista. Con segretari regionali e di federazione stipendiati. Con giornali, come L’Unità e Paese Sera, entrati in crisi o scomparsi quando i rubinetti del socialismo reale rimasero a secco.

Se vogliamo dare una lettura intellettualmente onesta degli anni del craxismo dobbiamo dire qualche cosetta. La prima è che Bettino Craxi vide lontano sin dalla seconda metà degli anni ’70 e che di anticomunismo vivevano i suoi sogni. Proudhon e il socialismo liberale invece di Marx e del socialismo reale; il congresso di Rimini e il progetto della grande riforma per l’Italia, la migliore ancor oggi. Il referendum sulla scala mobile e quello sulla responsabilità civile dei magistrati. Vinti entrambi.

La seconda è che l’accusa dell’aumento del debito pubblico durante il suo governo è falsa. Negli anni ’70, del consociativismo Dc-Pci, si è formato quel debito. È vero che il debito crebbe tra l’83 e l’87 (niente in rapporto alla crescita attuale in euro), ma l’inflazione venne fermata e l’economia si riprese alla meglio.

La terza, infine, ce la suggeriscono le parole, qualche anno fa, del procuratore Borrelli: “Chiedo scusa per il disastro seguito a Mani pulite. Non valeva la pena di buttare il mondo precedente per cadere in quello attuale. Cosa aggiungere ancora?

Gaetano Cellura