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Si legge da dispositivi digitali ma per quanto riguarda l’e-book per esempio, sì preferisce il cartaceo che continua ad avere la meglio.
Il contatto diretto (con il libro) crea un’intimità, quasi a mettersi a nudo con l’autore e il già citato è un luogo dove potersi confrontare e rivedere.
Quanto si legge? Chi legge di più?
Domanda scontata: le donne e di gran lunga. Tendenza che non sorprende, poiché sempre più vicine all’arte e alla letteratura nelle sue varie forme. Ciò è scaturito dal background (dall’inglese, sfondo) familiare e all’impostazione che si riceve da infanti, predisponendole alla lettura.
A secondo del nostro stato d’animo c’è da affermare che ci avviciniamo a un autore, alla letteratura che assomiglia per certi versi alla musica.
Di fondamentale importanza assume la “leggerezza” del testo e alla base di evitare la lettura c’è l’ignoranza, cioè ignorare quanto ci possa rendere “leggeri”.

Si sposa bene, il voler comunicare di un autore con il feedback (dall’inglese to feed ‘alimentare’, back ‘all’indietro’), aspettando delle risposte e tutto ciò, passa dalla consapevolezza che se venisse assunta a regola, si diventerebbe assertivi e flessibili, in grado di affermare le proprie opinioni, rispettando quelle di terzi e di comprendere ed adottare i punti di vista.
Riportando Willi Montero secondo cui: “chi ha un solo punto di vista è un fanatico, due un indeciso, più di tre un creativo”. Il segreto è di non perdere di vista l’interlocutore che in questo caso è l’autore che attraverso il testo, sollecita a prestare attenzione alle sue emozioni più o meno condivisibili, nel momento in cui si legge.

Salvatore Cucinotta