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Anche quest’anno il Gruppo Archeologico d’Italia “Finziade” ha partecipato alle Giornate Nazionali de “Archeologia Ritrovata”, una manifestazione volta alla promozione e alla tutela dei beni culturali cosiddetti “minori”, altresì di quelli che rischiano d’essere abbandonati e cancellati dalla memoria storica degli uomini.
Si è conclusa, infatti, ieri la terza edizione di Archeologia Ritrovata, nella quale il Gruppo Archeologico Finziade, con il patrocinio del Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento, ha scelto di far ritrovare e preservare la memoria storica di un imponente ipogeo, noto a Licata come “Stagnone Pontillo”, sito archeologico di rara bellezza, le cui origini sono ancora oggi oggetto di dibattito e le cui dimensioni disconoscono eguali in tutto il Mediterraneo.
Sono stati tre giorni, 11- 12 e 13 Ottobre, nei quali l’apertura al pubblico dell’ipogeo- mattina e pomeriggio- ne ha permesso la fruizione attraverso visite guidate che sono state gestite dai soci del gruppo, durante le quali è stata registrata una affluenza di circa 406 persone, tra visitatori e studenti.
A queste presenze si aggiungono, inoltre, le oltre 120 presenze registrate da coloro i quali avrebbero partecipato, con la presenza delle istituzioni locali, allo spettacolo conclusivo, realizzatosi con il prezioso contributo di due splendide realtà locali: il Cuntastorie licatese Mel Vizzi con la sua Compagnia “Amici della Putia” e la Compagnia teatrale “La Svolta”.
Al percorso tra cunti e canti con il quale Mel Vizzi e gli Amici della Putia hanno fatto rivivere la sicilianità nei secoli sino a giorni nostri, avrebbero fatto seguito le rappresentazioni dei ragazzi della Compagnia teatrale “La Svolta”. Ben cinque dialoghi, estrapolati da due delle raccolte dei “Dialoghi” di Luciano di Samosata, autore e retore greco.
Dunque un evento apprezzatissimo che ha attratto persone di tutte le età- con una affluenza di gran lunga superiore rispetto a quanto si pensava- e che esprime non solo la fiducia che la città di Licata ripone nell’operato del Gruppo Archeologico Finziade, ma anche quanto il territorio licatese abbia sete di cultura.