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Si è finalmente preso coscienza, in questi giorni, sulla condizione di concreta emergenza che la Sicilia sta vivendo in queste ore in merito alle riserve idriche del tutto incapaci di soddisfare il fabbisogno dei siciliani da ora in avanti. Ci spiace che l’attenzione venga indirizzata e spostata solo ed esclusivamente sulla perdurante siccità che non consente di ricostituire i livelli negli invasi e nelle dighe dell’isola addossando colpe e responsabilità al livello regionale, che pure ne ha e anche pesantissime. Non emerge ed invece dovrebbe ed in maniera determinante, che parte del problema è rappresentato dalle condizioni delle condotte e dalle linee di adduzioni che sono vetuste, abbandonate a se stesse e con interventi manutentivi o sostitutivi del tutto insufficienti per portare l’attuale e penosa efficienza che si attesta intorno al 50% a livelli più consoni al bisogno del momento. Non è tollerabile perdere il 50% dell’acqua lungo le condotte perché sono ridotte a colabrodo. Occorre intervenire e subito anche in tal senso, senza aspettare che a risolvere il problema sia solo il livello regionale. Monta nel frattempo la protesta, come abbiamo potuto vedere ieri a Raffadali, per le vessazioni di un Gestore che si trincera dietro ad articoli di legge, facendo finta di non capire che i cittadini di Raffadali o di Favara non è vero che non vogliono installati i contatori, ma vogliono avere certezza di pagare solo acqua e non anche l’aria che circola nelle condotte. In ragione di tali considerazioni, lo scrivente Coordinamento, riunitosi ieri sera, ha deliberato di indire uno sciopero a Favara in tempi strettissimi ed inoltre ha reiterato la richiesta di incontro, con Pec, già avanzata una prima volta il 3 di novembre scorso, all’Ati Idrico per un esame congiunto sull’avanzamento dei progetti presenti nel Piano d’Ambito e qual’è lo stato dell’arte. Verificare se mancano i progetti, se sono già stati presentati al dipartimento acqua e rifiuti dell’Assessorato all’Energia, se non esistono proprio ecc ecc. Molto spesso la realtà non è esattamente come vogliono farcela apparire e può andare a finire che chi si veste da vittima oggi è invece stato anche lui carnefice. Occorre esigere che ognuno faccia il proprio dovere, perché si è eccessivamente indulgenti con se stessi ed estremamente rigorosi con gli altri. I cittadini, anche con il referendum, gridano di voler uscire dalla gestione dei privati del Servizio Idrico Integrato, ma ad oggi i sindaci, quasi tutti, fanno melina. I cittadini sono stanchi ed è bene che i sindaci inizino a capirlo ed essere consequenziali.

Il Coordinatore – Gaetano Milioto