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Sono già in campo, decisi a correre senza tentennamenti per il governo della Sicilia. Rosario Cocetta, ex sindaco di Gela, candidato del Pd e della rinnovata Udc di D’Alìa, chiede ai siciliani una rivoluzione  basata sulla dignità per coniugare i valori dell’Autonomia con quelli del contrasto alla criminalità e alla mafia. Gianfranco Miccichè, storico fondatore di Forza Italia nell’Isola, dichiara di voler “derattizzare” la macchina amministrativa della Regione: ce l’ha con quei dirigenti “sorci”che  dicono di no a tutto, spesso senza nemmeno guardare le carte, e creano disoccupazione. Bisogna combattere la mafia, aggiunge il leader di Grande Sud, e non dire mai no per paura della mafia. Ma mentre nello schieramento di Crocetta si registra una sola voce critica, quella di Rita Borsellino: “una candidatura che divide e che è slegata da quel popolo di centrosinistra al quale sostiene di fare riferimento” dice la sorella del magistrato ucciso dalla mafia vent’anni fa, nel centrodestra in tanti si oppongono alla candidatura di Miccichè e c’è chi parla addirittura in alternativa di un nuovo accordo con il governatore Lombardo. Con l’uomo cioè che ha estromesso il Pdl dal governo dell’Isola e che ha poi varato il governo del ribaltone. I contrari all’alleanza con Miccichè hanno scritto a Berlusconi sostenendo una candidatura interna al partito che potrebbe essere quella di Francesco Cascio, attuale presidente dell’Ars. Difficile sino a oggi trovare convergenze politiche unitarie e definitive sui nomi degli aspiranti governatori. E in un momento di crisi drammatica in cui alla Sicilia servono programmi seri e uomini in grado di voltare pagina rispetto al passato.