Pubblicità

“Terra ca nun teni

cu voli partiri

e nenti cci duni

pi falli turnari”

E’ ancora attuale e la dice lunga sulla situazione, “Terra can un senti” scritta magistralmente da Alberto Piazza, per la cantautrice e cantastorie Balistreri, la nostra Rosa che, con i suoi canti di forte impronta siciliana, manteneva vivo e tutt’ora, l’attaccamento alle radici. Ma “seminando vento non si può che raccogliere tempesta” e Rusiddra lo sapeva bene nel rimprovero cantato a questa terra che ha visto farsi strada anche nell’emigrazione. Al giorno d’oggi non è cambiato nulla, neanche la tendenza, in numeri che parlano chiaro, più di ogni analisi sociometrica. Il licatese ha ripreso i viaggi alle volte verso “l’ignoto”, quindi Licata “gocciola da tutte le parti” o meglio perde abitanti. Sono a muoversi i giovani sempre più in un’età compresa tra i 20 e 45 anni, ma non riguarda solo il singolo che per motivi di studio-lavoro si trasferisce, ma interi nuclei familiari, demotivati, cercando di migliorare l’economia familiare per l’appunto. Deflusso dunque che ha che fare con “lo sviluppo senza sviluppo” non portando alla crescita delle nuove generazioni. La novità da un periodo a questa parte sta nel fenomeno inverso, cioè, al flusso di migranti di una società multietnica, aumentando sì il tasso demografico ma, contrastando il circuito commerciale, integrandosi.
Cosa offre Licata? Quali sono le sue potenzialità e ciò che nega.
In primis essendo una città di mare, ben 20km circa di costa, ma non è stato preso in seria considerazione il lungomare. È connessa la pesca che con l’inquinamento delle acque naviga ben poco, ma si sostiene, considerata la cantieristica navale locale, un vanto per tutta l’isola e non. Un altro settore prevalente nell’economia è l’agricoltura che, vuoi per la mancanza d’acqua, vuoi per la manovalanza sempre più carente, è resa anche dalle condizioni climatiche di siccità, ad un terreno poco fertile, ma non mancano le produzioni ciò nonostante. Una delle cause anche per le attività commerciali in caso di avverse condizioni meteo è la condotta idrica da risanare in pieno. Un terzo settore di rilevanza è il turismo con le infrastrutture turistiche-ricettive, ma vengono meno i collegamenti consoni, o meglio le strade dissestate non assicurano una buona aderenza alla guida con le conseguenze che ne derivano. Ma oltretutto con il panorama artistico, palazzi, musei, chiese, tra fede e tradizioni è con il porto turistico oltre che con i resort che si sviluppa il turismo, accogliendolo, ma ciò ha significato la chiusura delle attività del centro storico che, ne risente, considerato anche l’aspetto sociale-della passeggiata. Ma i giovani che sono riusciti a restare e a non demordere, mettendosi in gioco e tenendo alta la testa e la voce, per far sì che possa risorgere questa Licata che, nega solo a chi se lo fa negare. C’è un sentiero da percorrere anche a piedi scalzi. La si sente viva nell’orgoglio parlato e vuole concludendo, farsi notare in tutta la sua bellezza, perché la bellezza vince sempre e a perdere è chi non ha creduto e crede che facendo il possibile si possa rasentare l’impossibile, come ritornare a viverla rendendola vivibile, facendo in modo che, con centri ricreativi socio-culturali, anche per i più piccoli, sostenendo le idee di sviluppo giovanile, concrete, attuando un piano di stabilità economica a lungo termine, andando in ausilio alle piccole medie imprese, e creando i presupposti per far sì che imprenditori possano investire sul territorio, aprendosi anche ad un dialogo costruttivo con il cittadino che porti ad un punto d’incontro. Ed infine, non rassegnarsi, perché Licata ha tante risorse per farcela e per non rassegnarsi, ripeto, alla sconfitta.

Salvatore Cucinotta