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Basata sul pregiudizio, da condannare moralmente e non solo, l’omofobia, descritta come una paura e un’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità (GLBT) ovvero, gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Si manifesta con atti nella sfera privata e pubblica sotto forme diverse: violenza verbale, psicologica e fisica, discriminazione in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti. Tale fenomeno se così vogliamo chiamarlo, deriva dall’idea che siamo e dovremmo essere tutti eterosessuali e che è sano e normale scegliere un partner del sesso opposto. Convinzione errata, visto che in natura esistono comportamenti omossessuali, quindi a dispetto di chi sostiene che sia contro natura. Dovremmo invece, impegnarci a creare una cultura che accolga tutti come sono nel rispetto del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere. In merito ai reati di carattere omofobico è impossibile avere una rilevazione statistica attendibile poiché non esiste una specifica fattispecie di reato, e a livello di codice penale, le discriminazioni sono regolate dalla legge Mancino che prevedeva (prima di essere eliminata nella stesura definitiva) nella sua prima formulazione, esplicitamente anche l’orientamento sessuale. Non esistendo alcuna legislazione penale, ma solo una menzione sulle discriminazioni nei luoghi di lavoro, porta ad una vera e propria autocensura.

Salvatore Cucinotta