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Sicurezza urbana a Licata- Montana e Platamone (Lega) chiamano in causa il primo cittadino Pino Galanti.

“Da notizie giornalistiche si apprende che, qualche tempo addietro, il Sindaco di Licata ha richiesto a S.E. il Prefetto di Agrigento la convocazione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, per discutere della sicurezza urbana di Licata.

Iniziativa sicuramente positiva, ma non risolutiva e sufficiente.

Ci spiace constatare, infatti, che l’amministrazione non ha attivato tutti gli istituti forniti al Sindaco dalla recente normativa, alcuni dei quali – ricordiamo- fortemente voluti dalla Lega al governo, al fine di garantire la sicurezza urbana.

In primo luogo, si ritiene indispensabile soffermarsi sul principale punctum pruriens, che tutti i cittadini licatesi aspirano ad avere chiarito: la situazione del Corpo di polizia municipale.

Oltre ad aver stabilizzato i precari della polizia municipale, in maniera del tutto palliativa, non risulta che abbia provveduto ad incrementare il loro contratto di lavoro, portandolo dalle attuali 18 a 36 ore settimanali, sì che la loro stabilizzazione si è rivelata perfettamente inutile sul piano prettamente operativo, perché non ha incrementato la capacità propulsiva di vigilanza urbana da parte del Corpo di polizia municipale, i cui operatori continuano ad assicurare sempre le stesse 18 ore settimanali. La invitiamo, pertanto, a provvedere con urgenza alla trasformazione del loro rapporto di lavoro da tempo parziale a tempo pieno, perché, solo in tal modo, si potrà garantire un più ampio respiro all’attività di vigilanza sul territorio comunale.

E tanto se, effettivamente, l’esigenza che l’ha spinta a stabilizzare era quella operativa.

Ed ancora, Le chiediamo se abbia assolto a quanto necessario per assumere nuovi agenti di polizia municipale, atteso che l’art. 35 bis del decreto Salvini (d.l. 113/2018) ha eliminato il blocco del turn over per le assunzioni nella polizia municipale. Le ricordiamo che questa possibilità rimaneva aperta sino al 31.12.2019 e che, pertanto, decorso tale termine è venuta meno la finestra legislativa che avrebbe consentito di rinfoltire l’organico della polizia municipale, oggi pressoché inesistente. Purtroppo, non avendo notizia di alcun atto prodromico posto in essere dalla Sua Amministrazione per giungere a tali assunzioni, temiamo fortemente che, ancora una volta, il Comune di Licata abbia perso un’occasione irripetibile per rinforzare il comparto della sicurezza urbana e per dare un’occasione di lavoro a tanti nostri giovani.

Se la possibilità di nuove assunzioni nella polizia municipale costituisce un’occasione che verosimilmente è stata persa dalla Sua Amministrazione, ci si chiede se almeno Ella abbia attivato gli altri istituti giuridici previsti dalla vigente normativa sul comparto sicurezza.

In particolare, Le chiediamo se si sia reso parte attiva presso il Prefetto di Agrigento per concordare ed attuare i piani integrati di vigilanza e sicurezza urbana, previsti dagli artt. 5 e 7 del d.l. 14/2017?  

Esiste questo patto per la sicurezza integrata urbana? Lo ha mai sollecitato o ne ha chiesto la stipula? Non avendone avuto notizia pubblica, evidentemente se ne deve concludere che la città di Licata manchi del patto per la sicurezza!

Secondo la vigente normativa testé citata, infatti, la realizzazione dei piani integrati di vigilanza e la sicurezza avrebbe consentito di svolgere una tenace azione di contrasto contro la criminalità predatoria e contro fenomeni di degrado urbano, consentendo di coinvolgere non solo le tradizionali forze di polizia territoriali, ma anche altri soggetti, sia pubblici che privati. Infatti, la novella legislativa prevede l’inclusione nel patto di sistemi di video sorveglianza, tecnologicamente avanzati, messi a disposizione da soggetti privati (quali imprese, condomini e complessi residenziali), con la possibilità di un monitoraggio attivo con invio di allarmi automatici alle centrali delle forze di polizia o di istituiti di vigilanza privata.

Ma non è finita qui! Infatti, l’attuazione del patto prefettizio di sicurezza urbana integrata Le avrebbe consentito di realizzare una serie di detrazioni fiscali in favore dei cittadini licatesi, in quanto la legge prevede la possibilità per il Comune di attuare detrazioni dell’IMU e della TASI per tutti quei soggetti che assumano a loro carico gli oneri di gestione dei predetti sistemi tecnologici impiegati nel patto per la sicurezza integrata. Ma forse la Sua azione amministrativa non è particolarmente interessata né a garantire la sicurezza urbana né a realizzare una detassazione per i cittadini e le imprese licatesi.

E ancora, Le chiediamo se si sia mai avvalso dei poteri contingibili ed urgenti che le sono attribuiti dalla legge per contrastare fenomeni di illegalità, criminosi o criminogeni, che comportano una grave situazione di degrado morale ed urbano per la nostra città. Le ricordiamo, infatti, che la legge Le riconosce il potere-dovere di emettere provvedimenti extra ordinem per contrastare fenomeni illegali e criminosi quali: lo spaccio di sostanze stupefacenti, fenomeni di abusiva occupazione di suolo pubblico, fenomeni di violenza legati all’uso di alcool o di sostanze stupefacenti (artt. artt. 50 e 54 d.lgs. 267/2000; d.l. 14/2017 e d.l. 113/2018; art. 3, commi 16-18, l. 94/2008).  In aggiunta, la legge Maroni Le permette di istituire le c.d. “ronde di osservazione” sul territorio comunale, come valido aiuto per riferire alle Autorità preposte ogni episodio illegale e delinquenziale. (cfr. art. 3, commi 40 – 44, l. 94/2008);

Di certo il loro esercizio sarebbe stato più che mai opportuno perché, come dovrebbe sapere, il nostro territorio è quotidianamente preda di una serie di situazioni di illegalità, che minano fortemente la sua sicurezza urbana. Le nostre strade urbane sono ormai nelle mani di venditori ambulanti di qualunque genere. Costoro, praticando l’esercizio del commercio in forma illegale, minano fortemente il circuito legale dell’economia cittadina, esercitando una forma palese di concorrenza sleale, mettendo nel contempo a repentaglio la salute pubblica, stante la non rintracciabilità della merce esposta in vendita. Inoltre, determinano un grave vulnus alla sicurezza della circolazione stradale, occupando abusivamente quelle parti della pubblica strada che sono invece destinate alla circolazione veicolare e pedonale, per non menzionare le esigenze di sicurezza dei cittadini.

E che dire della sicurezza dei nostri figli durante la movida cittadina? Qualora non ne fosse a conoscenza (!), Le rappresentiamo che, purtroppo, non è raro apprendere di risse e di liti tra giovani, ed anche tra i meno giovani, nelle ore serali e notturne. I genitori e le famiglie sono fortemente preoccupati di questo stato di cose e Le chiediamo, a loro nome, se abbia esercitato i poteri che Le sono riconosciuti dall’art. 9, comma 3, d.l. 14/2017, che Le consente di mappare e circoscrivere le aree urbane a rischio di episodi criminogeni, nelle quali è possibile applicare il c.d. “ordine di allontanamento” dei malintenzionati, attività quest’ultima che risulta propedeutica per l’emissione del ben più incisivo provvedimento del cd. “DASPO URBANO” da parte della competente Autorità di pubblica sicurezza.

Infine, ci può dire se ha fruito dei fondi già messi a disposizione dal Ministero dell’Interno per garantire un solido e completo impianto pubblico di video sorveglianza alla città, alle campagne ed alla zona industriale ed artigianale licatese? Come le dovrebbe essere noto, queste zone sono, soprattutto di notte, territorio incontrastato di chi decide di compiere reati predatori ed incendiari. È cosciente del fatto che un impianto di video sorveglianza costituirebbe non solo un importante deterrente dissuasivo, ma soprattutto un valido aiuto per l’attività repressiva delle forze dell’ordine?

Sig. Sindaco, purtroppo ci rendiamo conto che siamo costretti a ricordarLe troppe cose che riguardano la sicurezza del Suo territorio e, pertanto, ci chiediamo se si tratti di effettiva mancata conoscenza o di una “distrazione”, sintomo di una disattenzione per il suo territorio.

In ogni caso, dovrebbe chiarire ai cittadini licatesi le ragioni per cui non ha fatto ricorso a tutti gli strumenti legislativi sopra richiamati e rientranti nei Suoi specifici poteri.

Come sempre, rimaniamo in attesa dei Suoi chiarimenti e confidiamo che questa amministrazione riesca a trovare la via maestra prima della fine del mandato!

SERVANDA LICATA.

Giuseppe Montana
Francesca Platamone
Sezione Lega Salvini Premier Sicilia