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I furti d’acqua lungo la condotta Gela-Aragona sono più volte finiti al centro di tavoli tecnici e confronti tra le Prefetture di Agrigento e Caltanissetta, operatori del servizio idrico e forze dell’ordine. Adesso si è passati alla fase operativa con le due Prefetture che stanno mettendo sul campo una vera e propria task force che inizia a dare i primi concreti risultati. Sul territorio licatese, la maggior parte lungo le contrade periferiche prossime ad aree destinate alla coltivazione, sono già decine gli appresamenti individuati e “slacciati” dai mezzi e dal personale commissionato per ridurre al minimo i furti di acqua. A lavoro, oltre che personale di terra, ci sono anche ruspe e mezzi meccanici. L’iter seguito è quello canonico dell’individuazione dell’allaccio abusivo e del suo immediato distacco, Da quanto abbiamo avuto modo di appurare, perlomeno in forma ufficiale non ci sono stati ancora provvedimenti giudiziari nei confronti di chi si è allacciato abusivamente alla rete. Ed in effetti andare ad individuare i colpevoli non è esattamente facilissimo visto che spesso la meta finale dell’allaccio abusivo alla condotta è un terreno distante anche chilometri dal luogo dell’appresamento. Un primo risultato evidente però c’è. La task force messa in campo dalla Prefetture di Agrigento e Caltanissetta ha infatti comportato decine di distacchi che hanno ovviamente fatto lievitare il quantitativo di acqua poi finita normalmente nei serbatoi e destinata ad approvvigionare l’utenza delle città servite dalla condotta. Un primo freno ad una situazione che – in alcuni momenti – era diventata davvero insostenibile. L’irregolarità della fornitura idrica presso i serbatoi del comune di Licata è spesso stata diretta conseguenza dei lamentati furti (sia da parte di Girgenti Acque che di SiciliAcque) che a lungo hanno impedito la corretta esecuzione della distribuzione idrica e di conseguenza il ripetersi di disservizi agli utenti.