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I ringraziamenti del ministro degli esteri ucraino a Italia e Spagna per non aver boicottato Euro 2012 in segno di solidarietà alla Timoshenko andrebbero rispediti al mittente. E proprio stasera a Kiev, dove assisteranno alla finale Italia-Spagna, Monti e Rajoy non dovrebbero lasciarsi sfuggire l’occasione per denunciare il trattamento disumano riservato dall’Ucraina alla sua ex premier in carcere. Ma lo faranno? Avranno il coraggio di mischiare il calcio con la politica e di attentare alla sovrana neutralità dello sport? Iulia Timoshenko, 51 anni, regina del gas, eroina della filo occidentale Rivoluzione arancione, oggi leader dell’opposizione ucraina al premier Viktor Ianukovich, è in carcere dall’agosto del 2011. Condannata in primo e in secondo grado a sette anni di reclusione per malversazione, evasione fiscale, abuso di potere e a un risarcimento di 200 milioni di dollari alla Naftogaz, società energetica del suo paese. Avrebbe siglato nel 2009, quand’era primo ministro, un controverso contratto con la Russia per le forniture di metano che, secondo i giudici, ha causato all’Ucraina una perdita di 130 milioni di euro. Le violenze e i maltrattamenti subiti nel penitenziario di Jarcov sono stati nascosti all’opinione pubblica fino al 24 aprile scorso, quando la donna ha iniziato uno sciopero della fame e alcune foto delle torture di cui è vittima hanno cominciato a fare il giro del mondo. La figlia di Iulia, Ievghenia Carr, ha lanciato un appello alla vigilia della finale di calcio ai leader in tribuna e ai rappresentanti del parlamento europeo. Un appello a visitare i prigionieri politici, “perché in Ucraina – dice – la persecuzione politica continua”.  In questo contesto, caro Monti e caro Rajoy, interessati stasera solo ai gol delle vostre nazionali, e cari rappresentanti senza carisma del Parlamento europeo, il regime di Ianukovich non può permettersi di entrare in Europa, alla cui porta bussa. E non so come vi sentirete stasera in tribuna accanto a personaggi come l’attuale premier ucraino, al premier ungherese e al bielorusso Alexander Lukashenko, definito dagli Usa l’ultimo dittatore d’Europa. Io non so quanto ci sia di vero nella condanna inflitta alla Timoshenko e quanto ci sia di persecuzione politica. So due cose però: che se sono veri i reati di cui è accusata, non è la sola tra i politici del suo paese ad averli commessi; e so che con i diritti umani dei prigionieri non si scherza. Che soprattutto l’Europa, concentrata soltanto sul rigore economico, non dovrebbe scherzare. Quanto poi allo sport e alla sua rivendicata neutralità dalla politica, ha ragione il professore Sergio Giuntini a dire che non può vivere “scollegato dal mondo, di non porsi il problema dei valori che veicola”. Contano per il calcio solo i gol come per l’Europa unita solo il rigore economico? Be’, allora siamo davvero lontani da un’idea di mondo nuovo: di solidarietà, pace e democrazia. Uno stadio gremito, un terreno di gioco perfetto, una finale europea molto attesa al cospetto di un carcere che è colonia penale non può e non deve lasciare indifferenti. Di fronte ai diritti umani calpestati non c’è neutralità che valga. Non solo la finale, ma l’intero Europeo 2012 andava boicottato.

Gaetano Cellura

(Fonte: www.grandangoloagrigento.it  1 luglio 2012)