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Sul piano delle preoccupazioni internazionali, il contratto tra Lega e M5s è niente al confronto dell’accordo di Mosca (marzo del 2017) tra Salvini e Sergey Zheleznyak. E anche questo, come il contratto di governo, è un testo ufficiale. Che possiamo trovare nel libro Da Pontida a Mosca di Fabio Sapettini e Andrea Tabacchini.

Il segretario della Lega e il vicesegretario per le relazioni internazionali di Russia Unita, il partito di Putin nato nel 2001, convengono su una serie d’impegni tra cui un “partenariato prioritario e confidenziale”. Non si tratta solo di promuovere convegni, seminari e viaggi. C’è di più.

E questo di più potrebbe nascondersi dietro la parola “confidenziale”, assai insolita nelle relazioni diplomatiche. Qualcuno avrà magari pensato, visto che il Carroccio naviga in brutte acque, a degli aiuti di natura finanziaria. Ma non è questo assolutamente.

Cos’è allora? La risposta potrebbe trovarsi sul sito Formiche del gennaio scorso: “Il Cremlino sa che l’Italia non può uscire da un giorno all’altro dall’Ue. L’obiettivo per il momento è creare caos, ingovernabilità, aiutare quelle forze sovraniste che, per costituzione, chiedono meno Europa”. Quanto, in pratica, abbiamo visto prima della formazione del governo giallo-verde. E quanto potremmo vedere se l’Italia di Salvini e Di Maio forzerà la mano in Europa fino all’uscita dall’euro.

Si leggono affermazioni rassicuranti sulla nostra permanenza nella moneta unica, ma uno scenario di segno opposto non è comunque da escludere. Non solo Salvini, anche il ministro Savona, su cui il leader leghista e ora ministro dell’interno ha insistito fino al punto di far saltare il banco del governo, anche Savona dicevamo ha buoni rapporti con i russi sin dai tempi di Impregilo.

Insomma, dietro quel “partenariato paritario e confidenziale” contenuto nell’accordo di un anno fa tra Salvini e Zheleznyak si potrebbe configurare un notevole mutamento degli equilibri politici in Europa. E se non proprio (per ora) l’uscita dall’Ue, tutt’altro che gradita alle imprese del nord-est, quanto meno il disegno di Putin di minarne a poco a poco le fondamenta.

L’Unione danneggia il presidente russo. E nell’immediato sono le sanzioni europee a danneggiarlo. Potrebbe dunque far leva sui buoni rapporti con un partito sovranista come la Lega per raggiungere due obiettivi: uno strategico, l’indebolimento dell’Unione; l’altro per lui più ravvicinato: la messa in soffitta a fine luglio delle sanzioni Ue contro la Russia in vigore dal 2014.

E non è casuale che il contratto di governo Lega-M5s non ne preveda il rinnovo. Per il quale, dovendo essere votato all’unanimità, l’Italia a trazione leghista sarebbe determinante.

È fuor di dubbio e anche giusto che questa Unione governata dai tecnocrati della finanza e della moneta unica senza stato non sia gradita ai popoli, alle masse sempre più precarizzate e impoverite. È fuor di dubbio che poco abbia ancora dentro del sogno dei suoi lontani padri fondatori. Ma vederne saltare l’impalcatura, più che per volontà democratica, per la convenienza di un suo potente vicino, con la complicità politica degli euroscettici di casa nostra, sarebbe difficile da accettare.

Gaetano Cellura