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Abbiamo voluto raggiungere la voce della cantautrice licatese Flavia Marrali che con la sua forza espressiva cattura l’attenzione. Affronta tematiche dettate dal suo stato d’animo, abbattendo barriere sociali, cercando inoltre con la luce delle sue parole, di sensibilizzare chi l’ascolta. Rinuncia al successo ricercato che alle volte risulta effimero per lavorare con umiltà alla valorizzazione della sua persona che non è lontana dai suoi testi che denotano coraggio e passione. Con le sue doti canore ottiene consensi e riconoscimenti in vari festival e tour nazionali. Quando propose “Maldamore” a Sanremo, al raggiungimento dei quasi 2.000 votanti scrisse sul suo profilo Facebook: “Sono contentissima del risultato che stiamo avendo” questo suo parlare al plurale indica come è con e per il pubblico.

Cosa l’ha spinta a coltivare la passione per il canto?

La passione per la musica l’ho iniziata a coltivare seriamente all’età di 10 anni per evadere dalla mia normalità. Studiando chitarra e pianoforte. Partecipando a vari concorsi di musica.

Dove e come ha iniziato?

Ho iniziato all’età di tre anni, spinta dalla mamma in alcuni concorsi locali.

Cosa significa per lei essere oggigiorno una cantante?

Essere una cantante oggigiorno significa portare tematiche sociali e stati d’animo senza aver paura di censure o blocchi interiori. È rappresentare ciò che si è.

C’è un’artista da cui trae ispirazione?

L’artista che mi ispira è Lucio Battisti per i suoi testi fuori dall’ordinario.

Quale tematica nei suoi testi vuole mettere maggiormente in risalto?

La tematica delle mie canzoni è l’amore…non ne posso fare a meno e lo descrivo in ogni forma e colore.

A quale canzone è più legata?

Il brano con il quale ho esordito: “Fottutamente persi”

Descrivi la sua musica in tre parole.
La mia musica si racchiude in queste 3 parole: Dolcemente rock, Inquietudine dei miei stati d’animo, Passionale

Ha rivisitato “Cantu e cuntu” di Rosa Balistreri.

Io amo Rosa Balistreri quindi è il minimo che potevo fare.

Cosa si sente di suggerire a chi muove i primi passi?

Non arrendersi mai.

 

Intervista di Salvatore Cucinotta