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ospedale-licataL’imminente soppressione del Punto nascita è stata salutata con rammarico e disappunto dal mondo della politica. Abbiamo raccolto alcuni pareri.

Commissario Brandara. “I risparmi si fanno eliminando gli sprechi ed approntando un piano oculato delle spese da sostenere, non certamente tagliando i servizi necessari alla collettività. Chiudere il reparto di Ginecologia e ostetricia di Licata che, da come ho avuto modo di constatare personalmente funziona benissimo, all’interno del quale ho trovato persone che Brandaralavorano con molta professionalità ed amore, sarebbe veramente un delitto. E ciò anche in aggiunta ad altri due importanti fattori: il primo è quello dato dal trend al rialzo del numero dei parti registrati nel corso degli ultimi mesi, e l’altro dovuto al fatto che con la chiusura della scorrimento veloce Licata – Ravanusa, e delle condizioni generali in cui versano le altre arterie statali, che hanno determinato un vero isolamento della città di Licata, in atto raggiungere i nosocomi più vicini è veramente pericoloso per la sicurezza delle partorienti. Unitamente ai componenti della commissione consiliare sanità vedremo di intraprendere ogni utile iniziativa per scongiurare, seppure in extremis, la chiusura del reparto di ginecologia ed ostetricia dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso. Il diritto alla salute va garantito con ogni mezzo”.

Saverio Platamone, presidente Consiglio comunale. “Al di là della non condivisione del dettato Platamonenormativo, occorre precisare che l’attuale situazione viaria, ed i recenti fatti di cronaca lo testimoniano, non permetterebbe la piena attuazione delle reti Sten e Stam e quindi metterebbe in serio pericolo le puerpere ed i nascituri. Non e’ superfluo ricordare che il percorso alternativo esistente, pieno di curve e tornanti, a seguito del crollo del viadotto Petrulla, ha raddoppiato i tempi di percorrenza per raggiungere l’ospedale di Canicattì, come non e’ da non prendere in considerazione che la SS 115 che permette di raggiungere Agrigento e Gela e’ ormai diventata una fabbrica di morte. La storia dell’angioletto Nicole, che ha ridicolizzato agli occhi di tutta la nazione la Sanità regionale ed il timore dell’assessore borsellino di essere commissariata, da parte del ministero alla salute, sta comportando l’avvio dei provvedimenti di chiusura dei punti nascita. Quindi, l’assessorato piuttosto che programmare per mettere in sicurezza le reti ospedaliere ed arrivare al riordino dei punti nascita in massima sicurezza, cosa che per altro andava fatta qualche anno addietro, ha deciso di chiudere la stalla ora che i buoi sono scappati. Mi chiedo: di Paolo e Sara, dato che nessuno corre il rischio di essere commissariato, qualcuno se ne ricorderà? Il presidente Crocetta ha già fatto sentire la sua voce nei confronti dell’Anas per l’urgente adeguamento della SS115?  Credo proprio di no.

Dei licatesi non gliene importa niente a nessuno dato che hanno ampiamente dimostrato che i loro unici interessi sono: potere, poltrone, incarichi e stipendi. Domani convocherò la conferenza dei capi gruppo per condividere le azioni che dovrà mettere in campo il consiglio comunale”.

Enzo Sica e Tiziana Alesci, consiglieri del PdEnzo Sica, capogruppo Partito Democratico. “In merito alla chiusura del punto nascita, esprimo tutto il mio rammarico e disappunto più totale per la scelta presa dell’assessorato regionale. Ricordo che a seguito di forte pressione fatta dal Pd, dall’allora amministrazione comunale e dalla città tutta riuscimmo a mantenere aperto il punto nascite ma ci veniva riferito che lo si faceva a mo di proroga. Oggi però i nodi arrivano al pettine e forse le vecchie gestioni politiche e di management dell’Asp hanno forti responsabilità”.

Vincenzo CalleaEnzo Callea, capogruppo Noi. “Dispiace. Si poteva avere la proroga considerata la distanza con Canicattì. La vicenda della piccola Nicole ha visto affrettare i tempi. A mio avviso mille parti l’anno non sono sinonimo di sicurezza. Non vorrei che il prossimo caso di malasanità dovesse raccontare di un parto fatto in fretta furia per strada”.